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Turchia, la diga di Ilisu affogherà la memoria storica e culturale della Mesopotamia

30 giugno 2009 0 commenti

Diga Ilisu

Nel sud dell’Anatolia, in Turchia, sorge il sito archologico di Hasankeyf, che sta per scomparire, destinato ad essere affogato dalla diga di Ilisu per volere di Ankara. A nulla, fino ad ora, sono valse le proteste di intellettuali, storici, ambientalisti di tutta Europa: la memoria e la testimonianza di 10.000 anni di storia scompariranno sotto la forza dell’acqua.

La diga di Ilisu fa parte del Grande Piano Anatolico, che prevede di incanalare in grandi infrastruttre - grazie all’appoggio di banche ed istituti di credito internazionali - le acque del Tigri, in una zona vicina ai confini caldi con la Siria e l’Iraq. Il governo turco continua, impassibile, il suo cammino, spalleggiato da Svizzera, Austria e Germania che sembrano intenzionate a prendere parte al progetto.

In difesa del sito archeologico di Hasakeyf si sono sollevate le più grandi personalità della cultura turca: il premio Nobel Orhan Pamuk, lo scrittore Yashar Kemal, il cantante Tarkan, perchè la memoria di Hasakeyf non può essere sommersa dalle acque. Il sito è un museo a cielo aperto, conserva la memoria di 10.000 anni di storia e di tutti i popoli che lo hanno attraversato e vi si sono insediati: Assiri, Parti, Romani, Bizantini, Arabi, Ottomani. Nella zona sorgono moschee e palazzi sospesi sulle acque del Tigri, ci sono grotte abitate scavate nella roccia, ci sono antichi cimiteri e resiste ancora un ponte sul Tigri costruito dagli Assiri. Come si può distruggere tutto questo per una diga?

Oltre ad Hasakeyf, la diga distruggerà ben 289 siti archeologici, patrimonio culturale di tutta la Mesopotamia, senza che né la protesta d’élite, né l’accordo delle reti dell’acqua durante il Forum mondiale sull’acqua a Istanbul, siano riuscite a fermare il dannoso progetto. Gli osservatori più acuti sospettano che la costruzione della diga sia un modo per ottenere il controllo sul territorio, là dove la questione dell’acqua si interseca con quella curda. Per saperne di più e per fermare la costruzione della diga in Turchia e salvare Hasankeyf, gli altri siti archeologici e gli abitanti della zona, Stop Ilisu!