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L’Islanda ficca nel freezer l’ “economia basata sull’idogeno”

8 luglio 2009 0 commenti
Eravamo tentati di titolare il post in modo diverso. Con un gioco di parole: Economia bacata dall'idrogeno. Oppure biblico: Islanda, il ritorno del figliol prodigo. Poi ci è parso più appropriato e, in un certo senso, più tragigamente spiritoso il titolo dato dato dal New Yok Times per l'articolo comparso fra le sue pagine online il primo Luglio: Sinking Finances Throw Iceland's 'Hydrogen-Based Economy' Into the Freezer.

Vi ricordo che il programma dell'Islanda su una economia basata sull'idrogeno era alquanto ambizioso (leggere anche qui) . Sfruttando l'energia geotermica gratuita fornita dal sottosuolo si intendeva produrre l'idrogeno da utilizzare per movimentare il trasporto pubblico e privato dell'isola. Bus ad idrogeno e auto ad idrogeno (fuel cell o termiche). L'aeroporto di Reykjavik vide per un certo tempo navette collegare le piste col centro della città per una fase di sperimentazione e test. Il passaggio successivo nei piani del legislatori era quella di convertire la flotta intera dei percherecci diesel (da cui gli isolani traggono il proprio sostentamento) in navi motori a propulsione H2. Ultima fase era quella di esportare l'idrogeno prodotto in quantità industriale in tutto il mondo.
L'Islanda sarebbe diventata la prima nazione al mondo liberata dal petrolio e carbon free. La prima nazione con una vera economia basata sull'idrogeno. Ma! Dopo la bancarotta avvenuta l'anno passato L'Islanda trae le proprie conclusioni riguardo al il fallimento dell'impresa idrogeno. Il piano non sta in più in piedi e non soltanto per la crisi globale. Il sogno era un sogno la realtà è un'altra cosa. I bus adesso continuano a viaggiare alimentati da carburanti tradizionali. Le auto con motore o fuel cell si sono dimostrate essere un mezzo fallimento e in alcuni casi non sono ancora propriamente mature. Oggi la flotta di pescherecci ad idrogeno è costituita da una barca che porta i turisti ad osservare le balene che transitano in alto mare. Gli isolani preferiscono acquistare le auto elettriche.

Leggere anche - qui - 
L'articolo del New Yok Times è qui 
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