Il Club delle Cassandre – 1
Poi non mi dite che non ve lo avevo detto! Il Club delle Cassandre è qui a questo indirizzo di FaceBook.
Cassandra è una figura della mitologia greca. È ricordata anche da Omero come una delle figlie del re di Troia Priamo e di Ecuba. Avuto da Apollo il dono della preveggenza, prevedeva terribili sventure ed era pertanto invisa a molti. Ancora oggi il suo nome è associato a persone che preconizzano eventi pessimistici.
Pessimistici. Pessimistici? Macché! Sono gli altri ad essere ciechi, a non percepire la realtà in divenire, il futuro che ha le proprie radici nel presente. Le Cassandre vedono la pianta
che si ergerà fuori dalla nuda terra, in alto nel cielo quando ancora il seme deve germogliare. Cassandra, profetessa inascoltata, prevedeva; i troiani non vedevano; i greci non vedevano. Erano tutti accecati da un dio.
Ai giorni d'oggi, la massa vacanziera di esseri umani accecati da un diverso dio non riesce a capire che le stufe a petrolio (sventura e calamità della natura e di un mal digerito progresso) si sono impattate violentemente contro la dura realtà del primo guard rail alla fine della trada a grande scorrimento. Chi se lo sarebbe mai aspettato che l'industria automobilistica mondiale e statunitense in particolare sarebbe sprofondata in una crisi senza fondo. Eppure è così. Tuttavia Cassandre parlarono, inutilmente. Detroit, continuava a macinare auto energivore, SUV, e le fabbriche crescevano ed i profitti schizzavano in alto ... sempre più. Ma i segni di un latente crack si potevano notare già alla fine degli anni '90.
Le case a Detroit piano piano venivano abbandonate e lasciate lì ferme testimoni di un passato, orfane di un futuro che non sarebbe mai arrivato. Un fotografo ha immortalate queste case abbandonate. Il suo intento era quello di fermare gli istanti in cui le case erano così come le ha fotografate, perenne fugace ricordo di un passato, prima di essere abbattute per far posto a nuove case più moderne. Mai avrebbe immaginato che quelle case potessero essere ancora lì, allo stesso posto, oggi, uguali ma decrepite, scrostate, decadenti, catapecchie destinate ad essere mangiate dal tempo in un lento sfaldamento di marciume e ruggine. Detroit, città dell'auto, ipertrofica ieri. Oggi mezza abbandonata e destinata a ridursi a rudere, case e impianti produttivi.
Qui le foto del New York Times