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Quando l’idrogeno ha un senso

19 agosto 2009 0 commenti

Quando l'idrogeno ha un senso ovvero quando produrre energia dall'idrogeno ha un senso.

 Questo avviene se non dobbiamo produrre l'idrogeno di proposito con fantasmagorici impianti di idrolisi (a basso rendimento) ma lo abbiamo disponibile 'gratuitamente' come sottoprodotto di alcuni cicli produttivi. 

E' ciò che avviene per la centrale a idrogeno di Fusina, inaugurata pochi giorni fa, che prende l'idrogeno come by- product dall'adiacente Petrolchimico di Porto Marghera (Venezia). La centrale Enel (47 milioni di euro di investimenti) ad H2 "Andrea Palladio" ha una potenza di 12 MW ai quali se ne aggiungono altri 4 MW generati dall'uso, nell'impianto a carbone esistente, dei gas caldi prodotti dalla turbina alimentata a idrogeno. 

L'energia prodotta, pari a circa 60 milioni di chilowattora l'anno, sarà in grado di soddisfare il fabbisogno di 20.000 famiglie. 

Però stiamo attenti che i comunicati stampa non eccedena con l'entusiasmo, infatti si è letto che questo impianto è ad 'emissioni zero'. Lo sarebbe se le turbine prendessero l'ossigeno puro da delle bombole. L'ossigeno utile per la combustione dell'idrogeno viene sottratto dall'atmosfera e sappiamo benissimo che in atmosfera abbiamo azoto in quantità importante ed alcuni altri gas i quali faranno in modo da rendere le emissioni gassose ed i particolati i più vari. 

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