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Potevamo fare qualcosa, invece…

23 settembre 2009 0 commenti




The Age of Stupid: dal regista di McLibel e dal produttore del premio Oscar One Day In September, un ambizioso dramma/documentario/animazione ambientato nel 2055. In un mondo devastato, Pete Postlethwaite (nomination all-Oscar) interpreta un anziano, che si trova a riguardare filmati darchivio del 2008 e a chiedersi: perché non abbiamo fermato il cambiamento climatico quando ne avevamo la possibilità?.

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Obama: "Bisogna agire subito, sul clima rischiamo una catastrofe"

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha aperto a New York il vertice sul clima al Palazzo di Vetro rimproverando la comunità internazionale per la "lentezza glaciale" dei negoziati per un nuovo trattato internazionale che sostituisca il protocollo di Kyoto. Dopo il segretario generale ha preso la parola il presidente americano Barack Obama il quale ha affermato che "il tempo rimasto per correre ai ripari sta per scadere".

La minaccia climatica - Il presidente americano ha messo in guardia sulla “sicurezza e la stabilità di tutte le nazioni e di tutti i popoli. La nostra prosperità, la nostra salute e la nostra sicurezza sono a rischio" a causa della minaccia climatica, ha aggiunto il presidente americano. Per il capo della Casa Bianca il rischio è "grave, urgente e crescente: se non agiremo rischiamo di consegnare alle future generazioni una catastrofe irreversibile".

Usa mai così attivi come ultimi otto mesi - Obama ha detto anche che gli Stati Uniti hanno "fatto più negli ultimi otto mesi per promuovere la energia pulita e ridurre l'inquinamento da anidride carbonica che in qualsiasi altro periodo della nostra storia". Il presidente Obama è giunto alla Casa Bianca otto mesi fa cambiando subito la politica del suo predecessore George W. Bush in materia di lotta al riscaldamento del pianeta.

Cina e India facciano la loro parte - Il presidente americano ha poi invitato Paesi emergenti coma la Cina e l'India "a fare la loro parte" per affrontare il riscaldamento del pianeta adottando "misure vigorose".

Fallimento moralmente ingiustificabile - Nel suo discorso inaugurale Ban Ki-moon ha ricordato che, anche se la conferenza di Copenaghen per accordarsi sul nuovo trattato è a dicembre, "i giorni effettivi per i negoziati sono soltanto quindici". A parere di Ban un fallimento di Copenhagen sarebbe "moralmente ingiustificabile, economicamente miope, politicamente avventato: non possiamo seguire questa strada" perché "la storia potrebbe non offrici un'occasione migliore di questa".

Rischio estinzione per i ghiacciai - Parlando dal podio dell'Assemblea Ban Ki-moon ha detto che "abbiamo meno di dieci anni per evitare gli scenari peggiori" causati dal surriscaldamento del pianeta. Il segretario generale, recentemente in missione al Polo Nord, ha anche avvertito che "sull'Artico i ghiacci potrebbero sparire entro il 2030 e le conseguenze sarebbero sentite dai popoli di ogni continente".

Pericolo maggiore per i Paesi meno sviluppati - Il cambiamento climatico, ha continuato Ban, colpisce soprattutto i Paesi meno sviluppati, e in particolare l'Africa, dove "il cambiamento climatico minaccia di cancellare anni di sviluppo (...) destabilizzando stati e rovesciando governi". Ban ha lanciato un appello ai Paesi industrializzati, invitandoli "a fare il primo passo", perché "se lo farete - ha continuato il segretario generale - altri adotteranno misure audaci".

L’urgenza di un nuovo trattato - Per il capo del Palazzo di Vetro, il nuovo trattato deve includere "obiettivi per la riduzione di emissioni entro il 2020" e "supporto finanziario e tecnologico" ai Paesi in via di sviluppo, cioè quelli che "hanno contribuito di meno a questa crisi ma hanno sofferto di più, e per primi".

Fonte: Tiscali redazione
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