Veicoli elettrici. Anche il Brasile vede opportunità
Secondo l'economista Gustavo dos Santos, della Banca nazionale per lo sviluppo economico e sociale del Brasile (Bndes) in una intervista a Ibsnews, i veicoli elettrici - puri o ibridi - attiveranno una rivoluzione energetica ed industriale in tutto il mondo nei prossimi decenni, dando un duro colpo ai combustibili liquidi ma soprattutto all'industria automobilistica come la conosciamo oggi.
"Sarà sepolta entro 15 anni" se la Cina riesce a finalizzare i propri obiettivi sulla produzione di veicoli elettrici. In particolare la società cinese BYD (Build Your Dreams), che cominciò l'attività industriale producendo batterie, prevede di vendere 700.000 auto elettriche entro il 2010 e il suo obiettivo di produzione annuale aumenterà per raggiungere otto milioni di unità entro il 2025, metà indirizzata all'esportazione.
Inoltre, il governo cinese mira a trasformare il gigante asiatico in una superpotenza automobilistica e per questo sovvenziona la vendita di veicoli elettrici o ibridi (80% n.ME). La Cina è in grado di far pendere l'ago della bilancia del gioco, perché "non ha interessi nel settore del petrolio o una vecchia tradizione nell'industria automobilistica".
Dos Santos è molto chiaro su un concetto' storico': l'entrata nel mercato di queste nuove automobili , che sono più efficienti rispetto a quelle con i motori a combustione interna, è stata bloccata fin dall'inizio dalla grande potenza politica delle compagnie petrolifere.
Ma ora la minaccia del cambiamento climatico sta compiendo una rivoluzione industriale "inevitabile", con conseguenze in altri due settori principali: l'elettronica e la chimica, per non parlare della pianificazione urbana, ha aggiunto l'economista. I gas emessi dai veicoli alimentati da prodotti petroliferi come benzina e gasolio contribuiscono all'aumento dell'effetto serra, che porta al cambiamento climatico globale.
Una gara tecnologia si è aperta in tutto il mondo, come dimostrano le numerosi modelli di auto elettriche in mostra presso la 63a International Motor Show a Francoforte, Germania, dal 17 al 27 settembre.
Le batterie, che attualmente sono ancora grandi e costose, hanno bisogno di ore per essere ricaricate anche per brevi distanze e restano il tallone d'Achille delle vetture elettriche. Ma è solo questione di tempo. Portando le batterie a regime di produzione con importanti investimenti, come vediamo già oggi, proprio concentrati in particolare nella tecnologia delle batterie nel settore automobilistico, si potranno avere notevoli miglioramenti in prospettiva futura.
Dos Santos è convinto che il futuro delle vetture elettriche dipende "più da questioni politiche riguardo i fattori tecnologici."
Oltre alle pressioni dell'industria siderurgica e delle compagnie petrolifere, gli Stati Uniti, Europa e Giappone cercano di evitare che la Cina diventi una superpotenza nel settore automotive non escludendo una reazione protezionista che potrebbe far precipitare il mondo in un'altra recessione economica in futuro. Paulo Cesar Lima, un consulente in materia di energia per la camera bassa del Congresso, dichiara di essere d'accordo con il Santos. Sulla base delle previsioni del settore si afferma che il 30 per cento dei veicoli prodotti nel 2030 saranno elettrici e Lima avverte che le perforazioni sottomarine alla ricerca di nuovo petrolio in Brasile rappresenta un impegno talmente oneroso che potrebbe diventare non sostenibile nell'arco di tempo di quattro decenni (ottimista! n.ME) a causa dei prezzi bassi previsti per il petrolio a fronte di un costo estrattivo di 40 dollari al barile (di 7.000 metri al largo delle coste del Brasile).
Dos Santos conclude dicendo che il cambiamento di paradigma in corso è la creazione di una opportunità unica per il Brasile, come la Cina, per creare un'industria nazionale automobilistica di veicoli elettrici, per i quali ha vaste risorse energetiche e la capacità tecnologica.
Fonte: ipsnews
Italia! se ci sei batti un colpo.
Altro: - qui -, - qui -, - qui -, - qui -, - qui -
.
"Sarà sepolta entro 15 anni" se la Cina riesce a finalizzare i propri obiettivi sulla produzione di veicoli elettrici. In particolare la società cinese BYD (Build Your Dreams), che cominciò l'attività industriale producendo batterie, prevede di vendere 700.000 auto elettriche entro il 2010 e il suo obiettivo di produzione annuale aumenterà per raggiungere otto milioni di unità entro il 2025, metà indirizzata all'esportazione.
Inoltre, il governo cinese mira a trasformare il gigante asiatico in una superpotenza automobilistica e per questo sovvenziona la vendita di veicoli elettrici o ibridi (80% n.ME). La Cina è in grado di far pendere l'ago della bilancia del gioco, perché "non ha interessi nel settore del petrolio o una vecchia tradizione nell'industria automobilistica".
Dos Santos è molto chiaro su un concetto' storico': l'entrata nel mercato di queste nuove automobili , che sono più efficienti rispetto a quelle con i motori a combustione interna, è stata bloccata fin dall'inizio dalla grande potenza politica delle compagnie petrolifere.
Ma ora la minaccia del cambiamento climatico sta compiendo una rivoluzione industriale "inevitabile", con conseguenze in altri due settori principali: l'elettronica e la chimica, per non parlare della pianificazione urbana, ha aggiunto l'economista. I gas emessi dai veicoli alimentati da prodotti petroliferi come benzina e gasolio contribuiscono all'aumento dell'effetto serra, che porta al cambiamento climatico globale.
Una gara tecnologia si è aperta in tutto il mondo, come dimostrano le numerosi modelli di auto elettriche in mostra presso la 63a International Motor Show a Francoforte, Germania, dal 17 al 27 settembre.
Le batterie, che attualmente sono ancora grandi e costose, hanno bisogno di ore per essere ricaricate anche per brevi distanze e restano il tallone d'Achille delle vetture elettriche. Ma è solo questione di tempo. Portando le batterie a regime di produzione con importanti investimenti, come vediamo già oggi, proprio concentrati in particolare nella tecnologia delle batterie nel settore automobilistico, si potranno avere notevoli miglioramenti in prospettiva futura.
Dos Santos è convinto che il futuro delle vetture elettriche dipende "più da questioni politiche riguardo i fattori tecnologici."
Oltre alle pressioni dell'industria siderurgica e delle compagnie petrolifere, gli Stati Uniti, Europa e Giappone cercano di evitare che la Cina diventi una superpotenza nel settore automotive non escludendo una reazione protezionista che potrebbe far precipitare il mondo in un'altra recessione economica in futuro. Paulo Cesar Lima, un consulente in materia di energia per la camera bassa del Congresso, dichiara di essere d'accordo con il Santos. Sulla base delle previsioni del settore si afferma che il 30 per cento dei veicoli prodotti nel 2030 saranno elettrici e Lima avverte che le perforazioni sottomarine alla ricerca di nuovo petrolio in Brasile rappresenta un impegno talmente oneroso che potrebbe diventare non sostenibile nell'arco di tempo di quattro decenni (ottimista! n.ME) a causa dei prezzi bassi previsti per il petrolio a fronte di un costo estrattivo di 40 dollari al barile (di 7.000 metri al largo delle coste del Brasile).
Dos Santos conclude dicendo che il cambiamento di paradigma in corso è la creazione di una opportunità unica per il Brasile, come la Cina, per creare un'industria nazionale automobilistica di veicoli elettrici, per i quali ha vaste risorse energetiche e la capacità tecnologica.
Fonte: ipsnews
Italia! se ci sei batti un colpo.
Altro: - qui -, - qui -, - qui -, - qui -, - qui -
.