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18 reattori nucleari (che coprono il 76% della produzione) fermi su 58, la Francia rischia l’importazione di elettricità

4 novembre 2009 0 commenti
Credo che sia commovente il tentativo da parte dei transalpini di 'vendere' a noi l'idea che il nucleare risolva i problemi energetici.

Chi può crederci?

Esentatemi dal rispondere (per carità di Patria).

Questo è il succo della notizia da fonti attendibili, Ticino online e Swiss online, la Francia nucleare è alla decadenza assoluta.

La Francia rischia di dover importare massicciamente elettricità nel corso dell'inverno a causa dell'arresto della produzione di numerose centrali nucleari. A gettare un grido d'allarme per l'indipendenza energetica del paese è stato Rte, la rete nazionale di trasporto di elettricità filiale di Edf, sottolineando come le previsioni da novembre a gennaio si presentino "assai meno favorevoli degli anni precedenti".


La Francia, tradizionalmente esportatrice di elettricità, é diventata per la prima volta importatrice netta l'inverno scorso, ma solo per qualche giorno. Per l'inverno in arrivo, Rte teme invece che sarà necessario importare elettricità a partire da metà novembre e per circa due mesi, con un livello di importazione che potrebbe raggiungere i 4.000 MW anche in presenza di "temperature vicine alle normali stagionali".


Secondo l'Afp sono attualmente fuori servizio 18 reattori nucleari sui 58 esistenti nelle 19 centrali di Edf che complessivamente assicurano il 76% della produzione di elettricità del paese. Un altro, inoltre, starebbe funzionando solo al 60% della sua potenza.


L'alto numero di reattori fuori uso è legato in parte agli scioperi che a primavera hanno fatto rinviare di mesi le operazioni di manutenzione e di caricamento di uranio. Secondo i sindacati, invece, la moltiplicazione dei guasti ai reattori è anche dovuta alla mancanza di manutenzione e il crescente ricorso al subappalto (per risparmiare, ndME, e si comprende il perché) ..

Fonti: Ticino online e Swiss online

Eppure qualche tempo fa lo stesso Sarkozy ebbe a dire chiaramente che la Francia commise un madornale errore a puntare esclusivamente sul nucleare:

"Puntare esclusivamente sul nucleare a discapito delle altre energie rinnovabile fu "un errore collettivo" .

Nucleare: i reattori Epr non sono abbastanza sicuri


Le authority di Gran Bretagna, Francia e Finlandia chiedono di migliorare il sistema di sicurezza delle centrali che verranno ospitate anche in Italia. Il piano di sviluppo del nucleare in Italia voluto dal governo Berlusconi prevede che il nostro Paese ospiti, a partire dal 2020, quattro reattori da 1.650 megawatt del tipo Epr (Reattore nucleare europeo ad acqua pressurizzata), progettati e sviluppati principalmente dalla società francese Framatome (Areva NP) per il mercato europeo. Sulla sicurezza di questi reattori, sono però intervenute, ieri, le authority preposte alla sicurezza nucleare di Gran Bretagna, Francia e Finlandia che hanno espresso pubbliche riserve sull'affidabilità dei reattori EPR, chiedendo a utilizzatori e produttori di migliorarne la concezione iniziale.
Il documento pubblicato ieri, esprime dubbi sul livello di sicurezza dei sistemi di controllo dei reattori Epr in via di costruzione in Francia e Finlandia. In particolare, le authority criticano l'eccessiva interconnessione di due sistemi di controllo che riguardano il reattore e la sicurezza che, a loro avviso, dovrebbero essere indipendenti: "l'indipendenza di tali sistemi è importante. Se un sistema di sicurezza è chiamato a contribuire in caso di perdita di un sistema di controllo, allora i due sistemi non devono smettere di funzionare simultaneamente",
Le autorità per la sicurezza hanno quindi chiesto ad Areva (produttore dei reattori) e agli utilizzatori, a partire dalla francese Edf di fare proposte "per ovviare alla perdita di sistemi di sicurezza".
Edf ha precisato che tutte le risposte alle authority verranno date entro la fine del 2009, ma non va dimenticato come sia in Francia che in Finlandia, dove i reattori Epr sono in corso di costruzione, i costi previsti sono stati molto maggiori del previsto. Più di 5 miliardi di euro, invece dei 3 miliardi e trecento milioni previsti.

Fonte: sabatoseraonline


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