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Rifiuti Hi-Tec: i ritardi del governo

20 aprile 2009 0 commenti

cdr-ministeroLe indagini condotte da Greenpeace sull’esportazione dei rifiuti elettrici ed elettronici – un tempo prevalentemente in Asia e più recentemente in Africa  – hanno evidenziato come una insufficiente capacità di gestione del recupero di questa tipologia di rifiuti – che sono anche sorgente di metalli e materiali utili e rari (rame, palladio argento ecc) – si traduca in un problema ambientale e sanitario. Un primo rapporto sul “viaggio” dei rifiuti dall’Europa in Africa si trova su http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/ghana-contamination-sintese.pdf

Greenpeace ha affrontato questo tema secondo sue direttrici: una è quella di chiedere alle industrie Hi-Tec di azzerare la presenza di alcune classi di composti e di avviare pratiche di recupero dei prodotti una volta che sono diventati rifiuti. Nel giro di due anni e mezzoi alcuni risultati sono stati raggiunti e alcuni dei principali gruppi hanno iniziato a prendere degli impegni che, per quanto non sempre rispettati, hanno avuto già l’effetto di portare dei prodotti migliorati sul mercato. L’idea infatti è quella che l’eliminazione di queste sostanze possa ridurre sensibilmente alla fonte la pericolosità dei rifiuti elettrici ed elettronici. Viene dunque pubblicata ogni sei mesi una “Ecoguida” per aggiornare i progressi ( e a volte i regressi) fatti dalle multinazionali del settore (http://www.greenpeace.org/italy/campagne/inquinamento/hi-tech/eco-guida-xi). La seconda strada è quella di sollecitare industrie e governi per attivare una gestione più responsabile di questa categoria di rifiuti che, va ripetuto, contengono sostanze tossiche che se gestite in modo scorretto rappresentano un problema ambientale mentre un loro recupero corretto consente anche di riciclare materiali e metalli rari e preziosi.

Esiste un sito “Elettronica verde” dove tutti questi temi sono ampiamente trattati e in cui si possono trovare diversi rapporti e notizie sull’argomento: http://www.greenpeace.it/elettronicaverde/

Alcuni prodotti, finalmente, cominciano ad avvicinarsi agli standard-obiettivo definiti dalla Ecoguida e anche su questo aspetto Greenpeace produce periodicamente un rapporto (“Alla ricerca del prodotto elettronico più verde”) la cui ultima versione si può scaricare da:

http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/file/sintesi-greener-electronics-2.pdf.

Una prima considerazione è che si è dimostrata la fattibilità tecnica ed economica del superamento della normativa che fissa i tenori massimi delle sostanze pericolose nei prodotti elettronici (Direttiva europea RoHS). Una seconda considerazione è che le industrie del settore possono fare molto per migliorare i loro prodotti dal punto di vista ambientale: una nuova sfida lanciata da Greenpeace con l’ultima versione dell’Ecoguida, riguarda gli aspetti di consumo energetico (sia del prodotto che del processo produttivo) e la richiesta all’industria Hi-Tec di diventare “campioni del clima”.

Se invece passiamo alla gestione italica della questione, abbiamo denunciato sia la situazione pessima dei “centri di raccolta” con una indagine a campione in base alla quale solo il 20 per cento risulta gestito secondo le norme; e i forti ritardi che il ministro dell’ambiente ha accumulato: oltre un anno per la direttiva che dovrebbe imporre alla grande distribuzione di ritirare i vecchi televisori e computer quando se ne acquista uno nuovo. La situazione in Italia è pessima, come documentato dal rapporto Hi Tox! (http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/inchiesta-cdr.pdf). Per questa ragione abbiamo protestato venerdì scorso davanti al ministero: una nostra attivista si è sdraiata su un cumulo di rifiuti elettrici ed elettronici messi alla rinfusa, vestita da “bella addormentata” (che è titolo della nostra petizione on line alla ministra che trovate a questa pagina: http://www.greenpeace.org/italy/campagne/inquinamento/hi-tech/cyber-ewaste

A seguito dell’azione di protesta è stato promesso un incontro sul tema, vedremo che impegni verranno presi.

Per vedere le foto dell’azione: http://www.greenpeace.org/italy/news/blitz-cdr-rifiuti.

Sullo stesso tema una trasmissione de “Le Iene”, cui Greenpeace ha collaborato, ha evidenziato lo stato fatiscente dei centri di raccolta che dovrebbero essere il primo anello della catena di gestione dei rifiuti elettronici.

http://www.video.mediaset.it/mplayer.html?sito=iene&data=2009/04/17&id=5246&from=iene

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