La truffa nucleare continua
Se qualcuno aveva dubbi sull’approssimazioone e arroganza del governo Berlusconi in materia nucleare, ha avuto l’ennesima prova. Lo studio della Sogin che – da quanto si apprende dalla stampa – riguarda lo “screening” delle aree dove è possibile localizzare il sito per le scorie nucleari è già pronto ancor prima che sia stata costitutita l’Agenzia per la sicurezza nucleare. Una prima domanda è: chi ha validato i “criteri di esclusione” in base ai quali lo studio è stato condotto?
Siamo alle solite: nel 2003 il decreto del governo Berlusconi indicava Scanzano Jonico come sito geologico, sulla base di uno studioo della Sogin nel quale, per la verità, si ammetteva che per le scorie di III Categoria (le più radioattive) ci volevano anni di esperimenti prima di decidere. E per capire come la soluzione “miniere di salgemma” non ha dato buone risposte nemmeno per le scorie a bassa e media attività basta guardare cosa sta succedendo al deposito di Asse in Germania (di cui ha parlato l’ottima puntata di Presa Diretta pochi giorni fa) o l’esito del progetto WIPP negli USA.
La futura Agenzia – secondo quanto è dato sapere – verrà composta da un centinaio di tecnico oggi operanti all’ISPRA e all’ENEA. Molti di questi tecnici hanno un’età vicina alla pensione e, comunque, l’attività di controllo e i processi autorizzativi richiedono in altri Paesi un numero di tecnici 4 volte superiore. Nella legislazione italiana sul nucleare si cita il fatto che tecnologie già approvate in altri Paesi sono automaticamente autorizzate anche in Italia: anche questa è un segno di approssimazione, una cosa del genere non sarebbe pensabile nè in USA, nè in Francia nè in Regno Unito. Anche perchè i progetti dei reattori subiscono sempre delle modifiche e di vario genere.
Questa strategia della “truffa nucleare” promossa dal duo Enel-EDF – cui recentemente si è aggiunto il Ministro Tremonti – e cioé andare avanti in qualunque modo e a tappe forzate per creare le condizioni giuridiche per far ripartire quest’industria per la quale in altri Paesi si cercano risorse pubbliche per non chiuderla. Il recente rapporto commissionato da sarkozy all’ex ad di EDF Roussely, traccia un quadro dello stato confusionale dell’industria nucleare, nel quale l’EPR – il reattore di cui si vorrebbero costruire 4 esemplari in Italia – è criticato come troppo grande, costoso e complesso. E, recentemente, la stessa EDF nell’annunciare che i costi a Flamanville sono già lievitati a 5 miliardi (sui 3.3 iniziali) ha aggiunto che trattandosi di un prototipo questa crescita dei prezzi è normale.
E, in effetti, l’EPR è un prototipo di cui non è completo nemmeno il progetto: le Agenzie di sicurezza di Francia, Finlandia, USA e UK aspettano ancora di conoscere il progetti dei sistemi di funzionamento di emergenza. E, leggendo l’ultimo rapporto di Standard & Poor’s, si scopre che per quotare il prezzo possibile dell’EPR circolano due cifre, una di Areva (il costruttore) che (5.000 $/kW) e una di EDF (4.000 $/kW).
Ma chi di voi comprerebbe una macchina di cui nessuno vi sa dire il prezzo, nè come funzionano i sistemi d’emergenza?
Il Ministro Tremonti, che si è recentemente scagliato contro l’eolico e a favore del nucleare, è male informato e dubitiamo sia in grado di distinguere un atomo da un autobus. Ma almeno gli aspetti economici li dovrebbe comprendere, se leggesse qualcuno dei numerosi rapporti usciti di recente.
Scoprirebbe forse che nonostante Bush, negli USA nessuna nuova centrale nucleare è stata costruita da 30 anni, mentre dal 2001 (anno in cui Bush aveva rilanciato il nucleare su cui ha stanziato risorse ingenti con scarsi esiti) negli USA in 10 anni si sono impiantati 35.000 MW di eolico con una produzione pari a quella di 10 centrali nucleari.
Vento in Italia non ce n’è tantissimo, ma abbastanza per produrre 25 milairdi di kWh (quanto 4.000 MW nucleari). Il governo, invece di incoraggiare questo settore, ha tagliato nelle previsioni del piano lo scenario per l’eolico da 16.000 a 12.000 MW.
L’attacco alle rinnovabili è in corso da tempo, e serve a far posto alla truffa nucleare.