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Cancun: il Protocollo si salva in extremis

11 dicembre 2010 0 commenti
Azione di Greenpeace a Cancun, 9 dicembre 2010

Azione di Greenpeace a Cancun, 9 dicembre 2010

I governi a Cancun hanno scelto la via della speranza rispetto alla paura e hanno delineato un percorso – fragile e difficile ma ancora possibile – per giungere a un accordo per la salvaguardia del clima globale. Queste in sintesi  le considerazioni della delegazione di Greenpeace al vertice di Cancun.

A Cancun si dunque è salvato in extremis il percorso negoziale, non il clima: se qualcuno aveva dato per morto il negoziato è stato smentito dai fatti, i governi possono dunque collaborare per giungere a un impegno vincolante. Quest’anno il pianeta è stato teatro di ulteriori segnali del cambiamento climatico: da un caldo record, a disastri ambientali e un quasi record nello scioglimento della calotta dell’Artico.

A Durban nel 2011 bisognerà firmare un accordo globale che aiuti i Paesi a costruire un economia verde che faccia pagare chi inquina per finanziare le alternative pulite. L’obiettivo di tenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C è stato ribadito e – come conseguenza – l’obiettivo di tagliare le emissioni globali del 25-40% entro il 2020.

Due i passi concreti, anche se ancora insufficienti, raggiunti a Cancun: il Fondo per il clima che dovrebbe erogare quei miliardi di dollari necessari ai Paesi in via di sviluppo e per fermare la deforestazione, anche non è stato definito il modo con cui fornire quelle risorse. Il secondo aspetto riguarda la decisione sul REDD (acronimo per Riduzione delle emissioni da deforestazione e degradazione dei suoli), nonostante alcuni aspetti cruciali del meccanismo dovranno essere definiti successivamente.

Si sarebbe potuto fare di più se non ci fosse stato l’influenza negativa degli USA, della Russia e del Giappone; questi ultimi due hanno fatto dichiarazioni contrarie alla prosecuzione del Protocollo di Kyoto, mentre gli USA sono arrivati con uno scarso impegno e cercando di annacquare gli accordi.

C’è dunque ancora un sacco di strada ancora da fare: per fare quello che hanno dichiarato bisognerà raddoppiare gli sforzi da qui a Durban per riuscire a concludere un accordo in linea con gli obiettivi di salvaguardia del clima globale.