Una svolta storica
Il voto referendario rappresenta una svolta storica per il solo fatto di aver raggiunto il quorum – dopo 16 anni – nonostante il boicottaggio del governo e di gran parte del sistema televisivo. Una cosa è certa: e la società italiana chiede di essere ascoltata su temi che riguardano il proprio futuro. E, ancora una volta, che i cittadini, su temi di questa rilevanza, esprimono opinioni anche opposte a quelle degli stessi partiti che li rappresentano.
Un elemento che ha giocato a favore del risultato finale è stata anche una certa arroganza del governo: Berlusconi che prima ha spiegato davanti a Sarkozy che la “moratoria” serviva solo a evitare il referendum sul nucleare, e poi ha cercato di convincere gli italiani che il referendum era inutile. La Corte di Cassazione e la Consulta Costituzionale hanno poi certificato che era una presa in giro. L’invito ad andare al mare anzichè a votare ha poi completato l’opera: i cittadini reagiscono se si cerca spudoratamente di non informarli e li si invita a non occuparsi di temi importanti. Anche questo spiega forse i circa 27 milioni di voti, 10 in più di quelli che hanno eletto il governo in carica.
Ora però è necessario fare delle scelte importanti e non si può aspettare che la poltica sciolga i suoi tanti nodi. La decisione della Germania (dopo quella della Svizzera) implicherà un grande spostamento di investimenti in un mercato in cui l’Italia – con le sue tante aziende piccole e medie, come quelle poche grandi – può giocare un ruolo importante. Una occasione storica per l’ambiente e per il definitivo decollo di un’economia verde che non può essere mancata.