Spagna: Zapatero non chiarisce se chiuderà la centrale nucleare di Garoña
Continua in Spagna la polemica sulla possibile chiusura della centrale nucleare di Garoña, nei Paesi Baschi, di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi.
Il capo del Governo, José Luis Rodríguez Zapatero, intervenendo al Senato sull’argomento, dopo le sollecitazioni delle associazioni ambientaliste seguite all’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza Nucleare (CSN) per il mantenimento in attività dell’impianto nei prossimi dieci anni, non ha chiarito completamente le sue intenzioni.
Zapatero ha infatti annunciato di voler anzitutto:
Mantenere il programma elettorale del Partito socialista.
Un programma che propone di chiudere le centrali nucleari al raggiungimento dei 40 anni di vita, quindi nel caso di Garoña nel 2011. La parola finale spetta infatti al governo, visto che l’opinione del CSN non è vincolante per la decisione. Il premier iberico ha sempre invitato ad attendere la decisione del Consiglio, ma ora la sua risposta sembra farsi più ambigua.
Un’ambiguità basata sul concetto di “vita utile” degli impianti, contenuto nel programma del PSOE, che secondo il CSN e una parte del partito non sarebbe sempre di 40 anni, ma durerebbe fino a quando la centrale può funzionare in totale sicurezza.
Forse i dubbi di Zapatero sono basati sul fatto che, in un periodo di forte crisi come questo, Garoña produce l’1,4% dell’energia usata in tutta la Spagna, per cui l’esponente socialista ha concluso:
Tenendo conto del criterio generale di sostegno alle energie pulite e meno costose, che sostituiranno quella nucleare, manterremo le promesse elettorali e il nostro programma.