Smog: d’estate è più “cattivo” specie con i bambini
Lo smog d’estate è più “cattivo”, specie con i bambini. Lo dicono un gruppo di scienziati dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, i quali hanno scoperto un “effetto estate” che rende le polveri sottili Pm10 più aggressive durante la bella stagione.
In questo modo aumenta il rischio di ricoveri in ospedale legati alle malattie respiratorie, in particolare per i più piccoli, tra i quali sono aumentate le allergie respiratorie estive. I ricercatori del centro Polaris (Polveri in ambiente e rischio per la salute) del Dipartimento di scienze dell’ambiente e del territorio della Bicocca, coordinati da Marina Camatini, spiegano:
L’inquinamento da Pm10 estivo produce, sulle cellule alveolari dei polmoni, tossicità e infiammazione più rilevanti rispetto al Pm10 invernale. Mentre il Pm2.5, con particelle più piccole, sia invernale che estivo, induce una risposta infiammatoria meno importante rispetto al Pm10.
Insomma, il particolato estivo è più dannoso e ciò accade perché nei mesi fra marzo e ottobre queste particelle assorbono più facilmente i batteri presenti a elevate concentrazioni nell’aria, dove restano in sospensione a causa di condizioni meteorologiche più favorevoli. Il progetto che studia queste differenze si chiama Tosca (Tossicità del particolato atmosferico e marker molecolari di rischio), è partito nel luglio scorso e dovrebbe durare tre anni: dopo i primi studi di tossicità in vitro e in vivo, gli scienziati passeranno “sotto la lente” 15 mila ricoveri e 1,5 milioni di prescrizioni di farmaci attivi su cuore e respiro, così da misurare l’impatto reale dello smog sulla salute.
Via | Università La Bicocca
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