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La bolla dei giochi e delle scommesse

3 aprile 2009 0 commenti

on-line-betIl tema dei giochi e delle scommesse è già stato affrontato da finansol.it (La tassa sugli allocchi). Oggi ci interessa ridiscuterne per commentare e segnalare l’ottima ricerca pubblicata il 25 marzo scorso da Nomisma (l’osservatorio bolognese sui fenomeni economici, patria della scuola di Prodi e partecipato soprattutto da un ampio parterre di banche).

Un quaderno economico, ricco di dati, che palesa e conferma le mie convinzioni: sempre di più il gioco sta diventando - è diventato -  sinonimo di scommessa, di azzardo, di attesa di una somma di denaro. Un filo che lega tutti questi aspetti che è molto vicino alla dipendenza, un filo che sembra sempre di più un cappio. Nei prossimi anni, con molta probabilità, ci si paleserà davanti il precipizio. Lo scoppio della bolla speculativa sui giochi che coinvolgerà una platea, ovviamente, di ceti impoveriti, che in questi anni, più o meno coscientemente stanno sostenendo, di gran carriera, la ridistribuzione del capitale all’incontrario. Fino a finirlo e a finire nei guai. Sta diventando, infatti, una patologia, per giunta sottovalutata.

I dati che si potete osservare nella ricerca, e che qui ci preme trattare, ne sono la riprova. Non ultimi quelli riferiti al mondo delle scommesse online, le nuove tipologie di gioco – poker on line e skill games – che con molta probabilità saranno l’ago che scoppierà prima la bolla.
Sono 28 milioni le persone che lo scorso anno complessivamente hanno scommesso, e ben 6 milioni sono giocatori abituali, almeno una volta la settimana, e per 700.000 - una cifra pazzesca – questo è una componente irrinunciabile quotidiana.
Le giocate complessive toccano il 3% del Pil, - il 3 percento!!- avendo raggiunto la cifra allarmante di oltre 47 miliardi di euro, con una crescita del 15% sul solo 2007 e con la previsione di arrivare a 54 miliardi per il 2009 grazie anche ai nuovi canali di partecipazione come internet appunto.

Analizzando i vari giochi, quasi il 30% degli italiani - cioè 14 milioni di persone - ha giocato almeno una volta al Lotto. Al secondo posto il SuperEnalotto, con poco meno di 12 milioni, il Gratta e Vinci con 10 milioni di persone e, a ruota, Lotterie Nazionali, con oltre 5 milioni di giocatori. Il 3% degli italiani ha puntato, lo scorso anno, sul web (vale a dire 1,5 milioni di persone).

Un ultimo dato che mi permette toccare l’aspetto che più mi sta a cuore evidenziare in questo articolo è quello che emerge dalla valutazione negativa che – nella ricerca - riconoscono sia i giocatori che i non giocatori. Tra i giocatori: il 16% vede il gioco soprattutto come fattore di perdita di denaro (il 37% i non giocatori) Ancor più preoccupante è però la quota di giocatori che ritiene il gioco una dipendenza: l’8,2%; (18% per i non giocatori) questo significa che oltre due milioni di italiani vivono il gioco come una droga.
Ed allora va rielaborata la dimensione sociale del gioco e va urgentemente messo il fenomeno delle scommesse e di questi giochi in un quadro pubblico di maggiore attenzione. Ponendosi e ponendo delle domande.

La diffusa e non facilmente superabile profonda crisi economica funziona da argine alla crescita dei volumi di gioco o, al contrario, la favorisce? La pubblicità e la comunicazione si ritiene neutra o meno rispetto ai rischi da dipendenza? Quali sono i meccanismi e gli strumenti a disposizione delle Istituzioni, dei cittadini ecc nell’affrontare questa tematica e questa patologia prima che si manifesti e anche dopo?
La crescita, oltre il 20% del mercato on line delle scommesse  (5 milioni di euro di raccolta al giorno – al giorno!! - nel febbraio 2009, in continua crescita mese dopo mese, per i soli giochi di abilità) comporta ancor di più l’urgenza di chiedersi, quali pericoli ancor più accentuati può e sta generando, nei confronti degli usufruitori? Soprattutto in quest’epoca che ci espone a rischi, distacchi e condizioni di esistenza assai precarie.