Al peggio non c’è mai fine
Il mese di maggio è, a livello fiscale, il mese principe della compilazione e presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Anche per questo, vorrei nuovamente condividere la considerazione secondo cui dovrebbe passare meno inosservata la tassa sulla povertà che i governi appioppano al contribuente, solo in parte consapevole e comunque non per questo legittima. Stiamo parlando della tassa sui giochi pubblici: il gioco, la disperazione, la povertà, la tassa sugli allocchi, anche attraverso una ricerca Nomisma, abbiamo più volte parlato su finansol.it di questa dipendenza collettiva. Seppur meno diffusamente, ritorno sul problema.
Il Mnistero delle Finanze ha diffuso tramite i Monopoli i dati del mese scorso. Per loro un altro successo. + 10% Gli tiene il passo solo il nostro debito pubblico e i nuovi soggetti in cassa integrazione e in mobilità.
Nei primi 4 mesi del 2009 sono stati spesi complessivamente al gioco oltre 17,600 miliardi di euro contro i già enormi 16 miliardi dei primi 4 mesi dell’anno precedente.
Le new slot (gli apparecchi) restano il primo gioco in Italia. Nel solo mese scorso la raccolta è stata di oltre 2 miliardi di euri quasi il 50% di quella totale che è stata di poco meno di 4,5 miliardi (4,442).
Il gratta e vinci e la lotteria con 890 milioni di euri (il 20% del totale) è sul secondo gradino di questa brutta classifica precedendo con 450 milioni di euri il gioco del Lotto. Qui ci preme ri-segnalare la sempre più sdoganata famiglia degli Skill Games - poker on line e giochi di abilità a distanza - con poco meno di 190 milioni (e il 4% delle scommesse). Qualcosa da far preoccupare se si tiene conto che questo nuovo filone di spremisoldi raccoglie come il più famoso Superenalotto e più delle giocate sui cavalli (183 milioni). E trova spazio come forma di intrattenimento su canali Tv e rubriche fisse sui quotidiani sportivi.
Lo Stato punta a raccogliere entrate dai giochi per oltre 10 miliardi di euri, cioè 3 miliardi in più rispetto al 2008. La diffusa e non facilmente superabile profonda crisi economica funziona da argine alla crescita dei volumi di gioco o, al contrario, la favorisce? La pubblicità e la comunicazione si ritiene neutra o meno rispetto ai rischi da dipendenza? Quali sono i meccanismi e gli strumenti a disposizione delle Istituzioni, dei cittadini ecc nell’affrontare questa tematica e questa patologia prima che si manifesti e anche dopo? Resto convinto che la televisione e la stampa non dovrebbero pubblicizzare, bensì intraprendere campagne disincentivanti questo genere di “salasso”. Che impoverisce il Paese non solo materialmente.