Dannati alla carenza finanziaria
L’alfabeto della finanza è un’ottima iniziativa che questo sito sta da diverso tempo offrendo ai propri visitatori. Un importante primo passo perché personalmente credo che molti dei problemi che le famiglie e i risparmiatori si trovano ad affrontare sia quello di sentirsi inadeguati davanti al proprio consulente bancario. Che si crede tale ma invece, è bene saperlo, è quasi sempre solo un venditore. Un venditore, per giunta, di un unico prodotto. Quello che vuole vendere il suo datore di lavoro. C’è un’evidente carenza di cultura finanziaria che non si vuole riconoscere per se stessi.
Grave perché è il mare in cui nuotano i pescioloni e gli squali dei “consulenti” finanziari affamati di soldi e commissioni. Le banche su questo ci campano per raggiungere i propri, ambiziosissimi, obiettivi di budget. Io non ho ancora capito come sia possibile che investitori ordinari – in tutt’altro affaccendati - comprino prodotti e strumenti finanziari che hanno nelle note informative parole come tasso swap, derivativa, currency swap, fiduciaria ecc e poi, mi sia permesso, si lamentino di essere stati fregati. La responsabilità va almeno divisa, io credo.
Qual’è la ragione per cui dopo questi ultimi lunghi anni di ripetuti crack finanziari (Argentina, Parmalat, Bipop, Giacomelli, Cirio…) ci si continua a fidare, acriticamente, ad occhi chiusi della propria banca? Io personalmente non vedo molto in giro, di persona e neppure via web, molti che aiutano i risparmiatori. Neppure le varie associazioni di tutela dei consumatori. Non so se sia per evidenti carenze professionali o più per facilità di approvvigionamento di tessere con un minimo sforzo e saltuario ma a me sembra che preferiscono, irresponsabilmente, tutelare i risparmiatori solo dopo che sono stati (forse) truffati dalle banche e dai consulenti. Gli investitori vanno educati e messi in guardia.
Ma dal modello non da un singolo caso, tantopiù se nel contesto, come l’ultimo caso famoso il crack della Lehman Broters è quasi una goccia nel mare e per giunta quasi probabilmente imprevedibile. Mi domando: Cosa si è fatto dopo le crisi Argentina, e dopo Cirio, e dopo Parmalat? E ancor più necessario: Che cosa si farà prima della prossima crisi? In altre parole tutti, dovremmo ridurre il più possibile la platea dei potenziali gabbati di tutti i figli di questi casi sopraccitati. Qual’è la ragione per cui dopo questi ultimi lunghi anni di ripetuti crack finanziari non si mette in guardia sul modello, continuando a far tenere gli occhi chiusi ai cittadini?
Se i titoli Lehman, per stare all’ultima esca, erano, veramente e da tempo, una schifezza sarebbe da spiegare perché quasi nessuno lo abbia denunciato prima, prima che i buoi fossero scappati intendo.
Va tolto il carburante alla macchina speculativa. La quale si è potuta avvalere di strumenti e prodotti finanziari con una «potenza di fuoco» mai vista in precedenza, mezzi capaci di amplificare in modo abnorme la tendenza al rialzo e al ribasso del mercato borsistico. Anche se c’è molta ignoranza finanziaria. Un risparmiatore può far le scelte giuste, anche con pochissime conoscenze tecniche. Basta che segua pochi criteri semplici.
Primo, rifiutare qualunque prodotto di cui non capisca alla perfezione il funzionamento.
Non si compra quello che non si consoce e quello che i “consulenti/piazzisti” non sono in grado di spiegarti con parole chiare, semplici, comuni, comprensibili.
Secondo, nel dubbio indirizzarsi verso titoli di Stato e buoni fruttiferi postali e con questi al più costruirsi con facilità e pochissimi costi prodotti a capitale garantito.
E poi la più evidente e dirompente: coalizzarsi con altri correntisti della stessa Banca - senza dover per questo mischiare o anche solo conoscere l’entità dei risparmi o debiti degli altri - per rafforzare il proprio potere contrattuale con la Banca stessa. Conti separati ma rivendicazioni collettive.
Se poi a livello locale le Associazioni dei Consumatori, gli Enti pubblici, i gruppi amici e soci di Banca Etica e della finanza critica - da sole o in accordo tra loro – istituissero uno sportello informativo, per i cittadini, al fine di prevenire situazioni di crisi e non adoperarsi (quando avviene) per controversie a danni avvenuti, con carenti risultati, sarebbe l’inizio di una nuova rivoluzione. Uno sportello EcoIdea, dove prestare – gratuitamente e a tutti - supporto con informazioni, consulenza e materiale su questa (e altre) tematiche. Il sindacato, per es., ha già a disposizione delegati ed iscritti nel settore del Credito che nel caso specifico dei mutui e degli investimenti farebbero alla bisogna.
E’ il sapere che genera la consapevolezza. E’ solo mettendo tutti, o quante più persone possibile, in condizione di conoscere, di sapere, che si abbattono le barriere e si riducono i rischi di veder fregata la gente. Certo per tutto questo non ci si può limitare alle chiacchiere, bisogna lavorare. Il risultato, ne sono convinto, sarà successivamente una crescita della consapevolezza e conseguentemente della finanza solidale