La gravità della crisi
E’ uno stillicidio. In questi tempi di crisi economica si parla di comunismo e capitalismo anche infervorandosi nelle discussioni da bar.
Ma non è corretto cercare di rilevare i risultati di astrazioni come comunismo e capitalismo in esperienze storiche, perchè capitalismo e comunismo non sono pragmatiche dell’economia quanto, piuttosto, il contrario. In altri termini, i due concetti necessitano di modelli di economia politica che possano essere tradotti in politiche economiche reali e monetarie.
Per chiarire, l’economia pianificata è un’interpretazione di economia politica del comunismo e il liberismo è una delle possibili traduzioni in economia politica del capitalismo. Poiché non esistono praticamente più esperienze di economia pianificata, per evitare di parlare del sesso degli angeli, non resta che indagare il liberismo, meglio, il neo liberismo o turbo liberismo dominante negli ultimi due decenni.
Se si volessero valutare, ad esempio, le conseguenze e la validità del liberismo, si potrebbe affrontare l’indagine su due piani: la validità della teoria economica e i risultati. La teoria economica liberista è a tal punto improponibile da legittimare sospetti più che fondati sull’adozione di un sistema talmente impraticabile.
Il sito di finansol.it è costellato di interventi dettagliati relativamente a quest’argomento.
Per i più distratti, il liberismo non è perseguibile in termini:
1) matematici: l’equilibrio viene raggiunto solo all’infinito. Ciò rende disumano il meccanismo perché giustificherebbe qualunque durata di qualunque catastrofe economica di qualunque dimensione .
2) economici: Non sarebbe possibile il profitto
3) epistemici e logici: Non si sa bene come funziona il gioco ma ci si impedisce di metterci mano.
4) Pragmatico: La più rischiosa e pesante recessione dell’era moderna è stata causata dall’area che ha realizzato con più aderenza il concetto neoliberista di mercato perfetto: la finanza. In quest’ area sono scomparsi i controlli, nessun intervento pubblico, le transazioni sono immediate, la globalizzazione è , di fatto, completa.
In realtà la teoria di Fama dei mercati perfetti ha altri presupposti ma la traduzione diventerebbe complessa. Proprio il sistema finanziario è l’epicentro, il motore, della crisi recessiva che è stata fronteggiata grazie esclusivamente all’intervento pubblico. Il necessario intervento pubblico, debito pubblico, rappresenta la completa negazione del modello neo liberista.
E’ evidente che se questo modello non può funzionare e non ha funzionato ed è stato comunque adottato, rappresenta solo la copertura per comportamenti non altrimenti giustificabili. L’incremento inumano della sperequazione, della concentrazione della ricchezza in un numero di percettori sempre più ristretto, è un dato di fatto di cui sono reperibili le rilevazioni anche, ovviamente, in questo blog, dato calcolato ed ammesso perfino dalle organizzazioni più liberiste: FMI e BIS. Evidentemente questa è stata la dominante che ha vincolato le scelte di economia politica. L’acquisizione della ricchezza non è stata bilanciata da un contemporaneo carico di responsabilità. Purtroppo l’evidenza non è sufficiente per alcuni fanatici, come l’istituto Cato finanziato dai produttori “fossili” e da puerili fughe dalla realtà rilevata.
La recessione non è finita, è ancora gravissima perfino formalmente. Si può profetizzare un futuro molto probabile: una nuova seconda crisi peggiore di quella in cui siamo caduti. Questo avverrà appena esploderà la prossima bolla speculativa causata dalla stessa assenza di intervento che ha determinato l’attuale recessione. Si sta creando una bolla speculativa?
Molto probabilmente si e il trend dello S&P 500 ne è una chiara dimostrazione.
Solo per motivazioni emotive allego alcuni grafici (tutti in pdf) su 1) disoccupazione; 2) richiesta-sussidi-disoccupazione; 3) produzione; 4) vendite-dettaglio (americani, tutto parte da lì). I nostri dipendenti delegati posso dire quello che vogliono. I fatti sono questi. Ovviamente ai fanatici i fatti non interessano…