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Formichine… e formigoni

18 dicembre 2009 0 commenti

albero-duomo-miE’ la finanza bellezza… mi stupisco ogni volta che c’è qualcuno che si stupisce. Mi stupisco dello spavento che un investitore, grande o piccolo che sia, famiglia o impresa che sia, azienda privata o Ente pubblico che sia manifesta quando gli dicono: “scusi abbiamo, forse, un problema. C’è crisi sul mercato c’è il rischio che…”

Mi stupisco perché prima sottoscrivi prodotti che non sai cosa sono, come sono costruiti e per questo devi affidarti alla fiducia di chi te li vende e poi ti accorgi che la fiducia l’hai riposta nelle banche?
Cosi come per i fondi pensione anche - tantopiù - per i prodotti strutturati, per i bond, per i famigerati derivati, ci si fa illudere dai tassi, dalle parole roboanti, altisonanti (swap, sinking fund, up front) cioè dal nastro colorato del pacco.

Il rendimento (atteso) non è l’elemento da tenere in considerazione, ma il rischio assunto per cercare di raggiungerlo. Ma ne sindacati con i Fondi pensione ne le aziende e gli Enti locali con i derivati sembrano ricordarlo. E’ notizia di questi giorni che la Regione Lombardia non ha calcolato il rischio assunto nel farsi costruire un bond/obbligazione da 1 miliardo di dollari (sì, ben 1 miliardo) da due banche d’investimento, Ubs e Merrill Lynch. Certamente non lo sapevano i cittadini lombardi, probabilmente pure - concedendogli la buona fede i consiglieri regionali che nel 2002 hanno approvato questo strumento finanziario, e nemmeno la Giunta che l’ha proposto, certamente però Formigoni e i consiglieri regionali, a differenza dei cittadini erano tenuti, doverosamente, a informarsi, ed a saperlo. E non si può sperare che lo sapesse il signore che da ieri non dorme in casa sua, il “Baluardo della Cristianità, Flagello dei centri sociali e condottiero del Nord (parole sue).

Non l’hanno fatto o, quasi peggio, farloccamente si sono fidati dell’oste che stava vendendogli il suo vino.
Cioè in ogni caso una negligenza pazzesca. Che, forse, può costare cara, non a loro ma ai cittadini ed alle imprese lombarde. Infatti, la regione decidendo di indebitarsi così a lungo termine ha fatto un piacere alle banche e trasferito il rischio a tutti noi. La negligenza sta in buona parte nell’aver accettato che le 2 banche costruissero a garanzia un “fondo salvadanaio” dove far finire le rate di “rimborso” del prestito avuto che dovrà essere rimborsato dopo 30 anni (cioè nel 2032), non da utilizzare come un semplice libretto di risparmio ma con la possibilità per le banche di investire questi danari in altre obbligazioni. Il rendimento di questi investimenti fatti dalle banche è tutto a beneficio delle stesse.

Però, ecco la genialata, se il fondo salvadanaio sbaglia qualche acquisto, va in negativo, perde, questa perdita è tutta della Regione Lombardia. In altri termini più semplici: le banche hanno rendimenti senza rischi, la Regione ha rischi senza rendimenti. Applausi!!! Oggi, appunto serpeggia lo spavento, lo stupore perché si vocifera si dice: “scusi abbiamo, forse, un problema. C’è crisi sul mercato c’è il rischio che…” C’è il rischio che la Grecia faccia la fine dell’Argentina e la regione Lombardia, tramite il suo fondo-salvadanaio ha comprato un obbligazione di questo Stato. Non bruscolini ma 115 milioni di euro, titolo che, sembra una barzelletta ma puzza di altro, era stato pensato e collocato per conto dalle Grecia, qualche anno prima, dalla stessa Ubs che oggi è partner, non a gratis, di Formigoni.  Cioè in termini più semplici la banca ha realizzato 2 volte dei guadagni (commissioni da Grecia e Lombardia) e i cittadini lombardi si trovano ora con il rischio del cerino in mano. Le banche hanno rendimenti senza rischi, la Regione ha rischi senza rendimenti.

E’ la finanza bellezza… però l’albero di Natale è uno dei più alti del mondo e Piazza Duomo è illuminata molto bene.