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Equinozio personale.

28 febbraio 2009 0 commenti

Tonatiuh.jpgA differenza degli ultimi millenni trascorsi, oggi non importa più a nessuno di celebrare equinozi e solstizi. A parte forse i bambini alle elementari, e qualche incappucciato fuori di testa. D'altronde, non è che si attendano più gli eventi astronomici per le attività contadine... ci sono le fragole a Natale e le arance a ferragosto, in casa la temperatura è fissa a 22 gradi tutto l'anno, quando fa freddo si va a sciarmelscéic. Insomma, chi se ne frega delle stagioni.

Eppure, una cittadina come me è lì che osserva il sole e attende ansiosamente l'equinozio per poter procedere con l'avvio dell'orto primaverile. Il mio equinozio personale avviene domani 1 marzo: saluto il sole che ritorna a scaldare terrazzo e giardino.

Davanti casa mia c'è una palazzina bassa bassa, appena due piani: ma sufficiente a nascondere il sole per tutto l'inverno. Il benefico astro scende di appena ($%&/%£!) pochi centimetri sotto il suo tetto e lì se ne sta fino, appunto, al primo marzo.

Ho osservato il fenomeno per anni come un sacerdote azteco che periodicamente trema al pensiero che il sole non sorga più. Mancava solo che mi abbandonassi alle danze propiziatorie sul balcone. Alla fine ho capito e mi sono rassegnata ai cinque mesi in cui tocca stare al freddo, e in cui nei vasi crescono solo muschi e licheni. Ho una casa passiva al contrario.

Domani Tonatiuh riapparirà, e io riavvierò le attività agricole quali i vasi con i pomodori e le zucchine. Niente sacrifici umani per stavolta.

Ximopanolti!

 

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