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Ladri di elettricità, non più roba da Terzo Mondo.

24 marzo 2009 0 commenti

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Quando sono stata a L'Avana, qualche anno fa, rimasi stupita nel vedere nelle case alcuni vecchissimi contatori dell'ENEL. "E' una donazione italiana", mi spiegò divertito un amico cubano. Forse perché Cuba si trovava allora nel difficile periodo especial, in cui l'energia costava carissima e la benzina era introvabile, o forse perché i cubani sono particolarmente furbi, o ancora perché quei contatori risalivano agli anni '60 e quindi erano poco tecnologici, fatto sta che mezza Avana li manometteva. Appena passato il letturista, i cittadini staccavano i fili del contatore e andavano a energia gratuita, poi li riattaccavano qualche giorno prima del ritorno del letturista per non destare sospetti.

La cosa mi divertì e rimase tra gli aneddoti di viaggio che talvolta si raccontano agli amici. Ora io non so se sta toccando anche a noi un periodo especial, sospetto di sì, ma leggo con stupore quello che riporta E-Gazette:

Sarà la crisi che sta riducendo sul lastrico migliaia di famiglie o il venir meno delle regole di convivenza, che spinge molte persone ad arrangiarsi per sbarcare il lunario: fatto sta che i casi di furto di energia elettrica, in Italia, sono aumentati. Un tempo allacciarsi abusivamente alla rete era confinato alle zone più degradate e sottosviluppate del Paese, oggi non è più così. Sono segnalati fenomeni di questo tipo con denunce a Palermo, Modena e nel pieno centro di Roma.
In Sicilia stando a quanto riferito dai carabinieri, i condomini avevano pensato di risparmiare sulle bollette dell’elettricità manomettendo i contatori dell’Enel e deviando i cavi della rete pubblica in maniera artigianale.

Eravamo abituati, appunto, a pensare che simili eventi fossero confinati a baraccati e campi abusivi, invece eccoci smentiti. Allacci abusivi per alimentare lavastoviglie, tv al plasma, computer. Ne sentiremo parlare sempre di più, e la Polizia non riuscirà a scoprire tutti. Magari toccherà inventare le ronde antiallaccio...

(La foto, manco a dirlo, è di Vil Chouvalov)

 

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