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Peak oil is back?

5 maggio 2009 0 commenti

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E' lo stimato analista Raymond James a rispolverare la questione, come riporta il Wall Street Journal. Un esperto fuori dal giro picchista, oseremmo dire: e secondo James, il picco del petrolio è bell'e passato. Raggiunto nel primo trimestre del 2008, a dimostrazione che la geologia è tiranna anche sul prezzo.

Il poco leggibile grafico che vi ho messo qui sopra è a dimostrazione del concetto che un calo di produzione in presenza di crisi della domanda non porta ad un picco di produzione artificiale. Il picco è picco, e non ci sono santi.

Si tratta dunque della produzione russa. Come vedete dal tracciato nero, il picco è stato raggiunto negli anni '80. All'apparenza, si trattava di picco artificiale appunto: un crollo di produzione determinato da una crisi senza precedenti all'interno del Paese. Tutto lasciava presumere che, al termine della crisi e con la ripresa di una produzione "normale" (e magari anche meglio attrezzata tecnologicamente) si potessero riesumare i numeri precedenti e comodamente superarli.

Non è stato così. La pur eccellente risalita della produzione russa non è riuscita più a battere il record precedente, e il picco rimane fissato a trent'anni fa. Non sarà più superato.

Con il petrolio a 50$, le petroliere ferme nei porti, i pozzi in vacanza, la domanda stagnante, è logico assistere ad un calo della produzione. Ma la preoccupazione è quella che ci viene dal grafico russo: non riusciremo comunque più a superare i barili dell'anno scorso. E, dice James, tornerà il prezzo a tre cifre.

 

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