Lester Brown: il cibo a rischio.
Ricordate Lester Brown? Esce in questi giorni un suo importante articolo su Scientific American, e riguarda proprio l'argomento che sta più a cuore all'illustre pioniere dell'ambientalismo mondiale: la questione cibo.
"Può la carenza di cibo minare l'esistenza della civlizzazione?" E' il titolo un po' catastrofista. Ma forse non è mero pessimismo asserire che con l'impoverimento dei suoli, la mancanza d'acqua dolce, e le temperature in salita siamo probabilmente destinati a veder diminuire la produzione alimentare globale che finora è stata sufficiente per tutti (fatto salvo, ovviamente,il pessimo sistema di redistribuzione).
Negli ultimi 9 anni per ben 6 volte la produzione di grano è scesa, non si parla quindi di semplici ipotesi. E la domanda è viceversa aumentata, specialmente nelle economie crescenti che sono anche quelle a più alta densità di popolazione. Per tacere del largo uso di cereali per produrre biocarburanti. Naturalmente, la prima conseguenza di ciò è quella a cui stiamo pian piano assistendo: ciascuno pensa a se stesso, e molti "fanno la spesa" in Paesi più poveri per provvedere al proprio fabbisogno affamandone i cittadini.
Cosa può accadere quindi, in seguito a ciò? Brown prospetta l'avvento di nuove rivoluzioni e cadute di governi proprio nei Paesi più poveri, afflitti da carenza di cibo. Come saranno sostituiti? Da dittatori? Da terroristi? Da fondamentalisti? Il problema alimentare non allora sarà soltanto la solita questione da poveracci, di cui ci si può disinteressare come d'abitudine. Diventerà presto d'interesse generale.
Siamo ancora in tempo ad evitare un simile casino? Lester Brown risponde di sì: con un Piano B, su cui ha scritto un libro (liberamente scaricabile in italiano qui) da implementare d'urgenza in tutto il pianeta.
Ci permettiamo di dubitare, però, che qualcuno proverà a dargli retta.