Quel mistero misterioso del prezzo della benzina.
Sono convinta di rappresentare una risorsa per gli investitori: se si desidera che il prezzo del barile salga in modo significativo, basta mandarmi qualche giorno in vacanza. E' praticamente garantito. Ricordo che nel 2005, quando per la prima volta il petrolio passò i 70$, mi trovavo in Grecia tagliata fuori da ogni informazione. Mi ridussi a farmi inviare gli aggiornamenti via sms da un aspista greco, con grande noia della famiglia che avrebbe tanto voluto godersi il mare in pace.
Insomma, rieccoci a quella soglia. Ed è evidente anche dal prezzo dei carburanti: la verde tocca di nuovo euro 1,30. Ma nelle oscillazioni dei carburanti c'è qualcosa di estremamente curioso. Qualche esempio? Il prezzo attuale è lo stesso di Gennaio e Febbraio 2008, quando il barile oscillava tra i 90 e i 100$. A Ottobre 2007, col barile tra i 70 e gli 80$, la verde stazionava invece intorno a 1,20 €. A Luglio 2006 il petrolio viaggiava ai prezzi odierni, ma alla pompa si spendevano ben 1,40 al litro. Molto curioso anche l'andamento del gasolio: nel 2008, per la prima volta, ha raggiunto il "pareggio" con la benzina. Oggi, invece, lo vediamo ancora distanziarsi come da tradizione di ben 20 centesimi.
Molti hanno un ricordo vago del prezzo pagato per il pieno nel passato, e scavano furiosamente nella memoria perché hanno la sensazione che qualcosa non torni. E lo credo bene: l'andamento è in apparenza del tutto schizoide. Nessuno in realtà saprà mai spiegarci il bi e il ba, per cui siamo autorizzati a sfrenare la fantasia ed abbandonarci a teorie stravaganti.
La prima cosa da notare è che il massimo storico di 1,53 raggiunto a Giugno 2008, col barile a 150, sia del tutto inadeguato rispetto ai prezzi odierni. Se tanto mi dà tanto, insomma, il litro doveva arrivare almeno a 2 euro. Oppure, col barile a 35 visto a Novembre scorso, avremmo dovuto pagarla 70 cent. Nessuna delle due sensate soluzioni si è avverata: vediamo invece il prezzo oscillare in modo ferreo tra 1 euro e 1 euro e mezzo, qualsiasi cosa accada al barile.
Ne consegue il sospetto che questo range rappresenti il giusto compromesso tra la sopravvivenza delle aziende petrolifere e la sopravvivenza dell'economia as we know it. Insomma: salite pure quando c'è margine, ma non esagerate quando il momento è difficile. Ciò spiegherebbe anche la clamorosa salita del gasolio l'anno scorso: si è cercato di compensare le perdite di un prezzo della verde "calmierato" andando ad aumentare là dove ancora c'era spazio. Tale piccola conspiracy theory dimostrerebbe ahinoi che il mercato c'entra poco o nulla col prezzo della benzina, ma soprattutto che la benzina è un carburante "sociale", alla base non solo della nostra economia ma soprattutto dell'ordine costituito.
Sbaglio? Probabile. D'altronde si sa che amo la fantascienza...