Fertilizzanti: come il pollo statistico.
Vi segnalo un interessante articolo dalla Stanford University. Il tema è quello dei fertilizzanti sintetici, che come sappiamo sono strettamente collegati al petrolio e all'ambiente, oltre che alla produzione di cibo.
Lo studio dimostra come l'uso di fertilizzanti, sul pianeta, sia molto mal distribuito: alcuni Paesi ne abbondano fin troppo, al punto da rendere morti interi tratti di costa a causa del nitrogeno, come accade in Messico; oppure di rendere l'aria irrespirabile per le eccessive emissioni di ossido di azoto. La Cina, dove i fertilizzanti sono sovvenzionati dallo Stato, riesce ad ottenere raccolti eccezionali ma a prezzo di un rapido degrado della qualità di aria e acqua.
Al contrario, ci sono Paesi dell'Africa subsahariana dove si usa l'1% dei fertilizzanti rispetto alla Cina, il suolo, raccolto dopo raccolto, si impoverisce diventando sempre meno produttivo e la gente ha fame.
Insomma, siamo alle solite, chi ha due polli e chi neanche uno. L'articolo è interessante, ma manca comunque di una visione alternativa allo status quo: oltre ad auspicare una miglior distribuzione mondiale dei fertilizzanti, comunque un prodotto sintetico, forse bisognerebbe cominciare a rivedere il sistema di produzione del cibo. L'alternativa non può essere solo tra morire di fame e morire di inquinamento.