Biocarburanti a Chernobyl.
Beh, alla fine hanno trovato il modo di produrre energia pulita da una centrale nucleare. Certo, prima è dovuta "esplodere", ma tant'è: l'idea è comunque ottima, vista la situazione.
Un team irlandese-bielorusso ha pensato di sfruttare le avvelenatissime ed improduttive terre intorno alla centrale di Chernobyl, producendo biocarburanti. Tali terre rappresentano ben il 23% del territorio bielorusso, e potrebbero fare della Repubblica il maggior produttore di biofuel di tutta Europa. L'impianto entrerà in funzione quest'anno con una capacità di 650 milioni di litri. Vantaggio collaterale: le piante accelereranno il processo di ripulitura dei suoli, assorbendo tossine.
Tempo fa avevo suggerito la stessa idea per i terreni della Campania avvelenati da ettari di discariche abusive. Malgrado, ovviamente, non ritenga sensato pensare al biodiesel come soluzione ai problemi energetici relativi ai trasporti (ne abbiamo parlato mille volte), è un'opzione fantastica per tutti i terreni inquinati. Invece di continuare a coltivare pomodori tossici che finiscono sulle nostre tavole, nelle zone del Casertano dove si è scaricato di tutto (dalle banconote usate ai fazzoletti pulisci-mammelle degli allevamenti, per tacere dei farmaci scaduti e di ogni altra porcheria di cui bisognava disfarsi a poco prezzo) si potrebbe operare una bella conversione alla coltivazione di biocarburanti.
Ma forse tutto ciò rimarrà, e giustamente, un sogno: mi sovviene subito la camorra, che ci mette un attimo a riempire bottiglie col biodiesel, colorarlo di verde e scriverci su "Olio extravergine di oliva". Guadagnando 5 euro al litro anziché gli 80 cents del biocarburante. Il condimento ideale, per i suddetti pomodori.