TAV, “entrare in Europa” dalla porta di servizio.
Qualche post fa, quello sulla General Motors, siete finiti a parlare di TAV.
In tempo di vacanze, succede di prendere il treno: è successo anche a me qualche giorno fa, per andare a trovare la mamma in Trentino. Avendo pochi giorni a disposizione, ho optato per il mezzo più veloce e quindi per l'Alta Velocità (e neanche tutta la tratta).
Io e mio figlio, che ha il 50% di sconto in quanto minore di 12 anni, in seconda classe abbiamo pagato 180 euro.
CENTO OTTANTA EURO.
Ero talmente sbalordita, alla biglietteria, che ho chiamato il marito per chiedergli il permesso di spendere una cifra tanto folle. Non che io non goda di una certa indipendenza economica, ma diamine, in una famiglia si sa che le spese "importanti" vanno concordate insieme!
A parte gli scherzi, se fossi andata in automobile, tra carburante e autostrada, avrei risparmiato circa trenta euro. Se fossimo stati in tre, oppure semplicemente due adulti, sarebbe convenuta l'auto di gran lunga. Ho preso il treno solo ed esclusivamente per ragioni di maggior sicurezza, con un bambino.
Penserete però che io abbia viaggiato tra lussi sibaritici degni di una prima classe del Concorde. Ebbene, neanche per sogno. Ho viaggiato sul consueto trenaccio italico. Aboliti gli scompartimenti, si viaggia stipati come sardine con una comodità da torpedone. Se avete fame, potete accomodarvi al solito vecchio vagone ristorante dove vi rapineranno undici euro per due tramezzini e una coca. Se invece vi scappa la pipì... beh, lo sapete come va. Come sui regionali. Non c'era un bagno agibile né sul mio vagone né su quelli immediatamente limitrofi. Non potendo percorrere tutto il treno in cerca di una toilette sicuramente disgustosa perché costretta a servire, da sola, centinaia di persone, abbiamo deciso di sacrificare la vescica per cinque ore di viaggio. Come vent'anni fa, tale e quale. Sono certa che nelle toilette della sontuosa TAV, qualora reperibili, c'è ancora quella carta igienica rosa spessa e tutta rugosa che ricordo dalla mia infanzia.
Mentre i più continuano a ripetere che la TAV ci serve "per entrare in Europa" (dalla porta di servizio, probabilmente), senza neppure soffermarsi a pensare se abbia un senso tale slogan imparato a pappagallo, si può constatare con mano che la TAV non sostituirà né l'auto né i treni più lenti. L'unico suo vantaggio è quello di impiegare un po' meno tempo dell'automobile e di risparmiarci lo slalom tra i TIR. Ma il costo è talmente elevato, e il comfort talmente nullo, che l'uso sarà riservato a chi viaggia a spese dell'azienda o ai cittadini in visita ai parenti una volta l'anno.
Quante volte abbiamo teorizzato, qui, che la TAV non serve a nulla? Ebbene, nel mio piccolo, ne ho la prova. La prossima volta a trovare la mamma ci vado in macchina.