Elettronica, addio?
Forse qualcuno ricorderà il post del Giugno scorso, quello in cui si raccontava degli USA piuttosto risentiti per le limitazioni poste dalla Cina alle esportazioni di bauxite e altre commodities.
Sembra che la Cina non si sia fatta spaventare dalle minacce di ricorrere agli organismi internazionali, e proceda per la sua strada. Evidentemente, i cinesi ritengono che di fronte alle risorse in calo gli organismi internazionali perdano di significato, e sinceramente come dargli torto?
Ora è la volta dei metalli rari, quelli richiestissimi dalle industrie hi-tech. Metalli esotici quali terbio, disprosio, ittrio, tulio, e lutezio (che nomi da Asterix) non verranno più esportati fuori dalla Cina, con un ban permanente. Altri elementi, come neodimio, europio, cerio, e lantanio saranno oggetto di una restrizione molto al di sotto del fabbisogno globale.
A cosa servono? Moltissime le applicazioni: dagli hard disk agli speaker audio, dai superconduttori agli schermi piatti, dai laser ai magneti, ma anche lampadine a basso consumo e turbine eoliche. Le ricadute si vedranno principalmente nel settore... delle auto elettriche. Non una buona notizia.
"Prendiamoli altrove", dirà qualcuno. Sbagliato: la Cina possiede ben il 95% del quantitativo mondiale di tali risorse. Non c'è un altrove possibile.
Non credo che ci toccherà assistere ad una guerra delle risorse per 10 grammi di ittrio, anche se tali elementi sono indispensabili per produrre armi di precisione. Ma comincia a configurarsi all'orizzonte la fine dell'elettronica a prezzi irrisori. Chi ricorda, appena venti o trent'anni fa, i costi astronomici di oggetti come il pong, il primo semplicissimo videogioco? L'elettronica era roba esotica, sofisticata e di lusso. Oggi qualsiasi aggeggio ha dentro elettronica, anche dove non serve, è difficile persino liberarsene.
Anche l'era dell'elettronica sarà ricordata come un'effimera età dell'oro, "è stato bello finché è durato"?