Golfo del Messico. “Enorme”… si fa per dire.
E' notizia di ieri la scoperta, da parte della BP, di un giacimento "gigante" nel Golfo del Messico. I giornali hanno strombazzato la notizia con grande spiegamento dell'aggettivo "enorme".
Vediamo quanto enorme.
Anzitutto, l'ubicazione: si trova a 400 km dalla costa (non una passeggiata), in 1200 metri d'acqua e a una profondità di 10.000 metri. Perforare un pozzo a 10.000 metri non è come perforarne 5 a 2000 metri, dice un amico che se ne intende parecchio. Entrerà in produzione nel 2012, se tutto va bene, va liscio, va tranquillo, cosa che vista la difficoltà non è affatto scontata. Ne abbiamo abbondanti esempi.
Ma torniamo all'enorme. Si parla di 3 miliardi di barili, e i giornali quando sentono "miliardi di barili" reagiscono sempre come se si fosse trovato un Bengodi in cui sguazzare per secoli. Ebbene, non è così: 3 miliardi di barili allungano i tempi di esaurimento del petrolio di ben... 35 giorni e 5 ore. Sì, perché il mondo consuma circa 1 miliardo di barili ogni 12 giorni, e quindi i "miliardi" non sono poi questo granché.
Se consideriamo poi che al tasso tipico di recupero per questo tipo di giacimenti compreso tra il 20 e il 30%, si possono ipotizzare riserve comprese tra 600 e 900 milioni di barili, a conti fatti possiamo stare tranquilli per una decina di giorni in più.
Approfitto per segnalarvi un'altra notizia che arriva dal Messico. Invece di ballare per le strade per via degli "enormi" giacimenti, i messicani covano una rivoluzione a causa della fame incombente. Meno 80-90% nei raccolti non è uno scherzo. Nell’immediato l’unica soluzione a disposizione del governo messicano per evitare la fame di massa è continuare a svenare il paese nell’importazione di alimenti. Ce lo spiega diffusamente Gennaro Carotenuto.