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Quanti morti “inutili” per Nassiriya?

9 settembre 2009 0 commenti

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La notizia è forse considerata di poco conto. La trovo solo su Milano Finanza:

L'Eni potrebbe restare esclusa dallo sfruttamento del giacimento petrolifero di Nassiriya, in Iraq. Sembra infatti che la compagnia giapponese Nippon Oil sia ormai molto vicina alla vittoria della gara per lo sviluppo del campo iracheno.

Nel Novembre del 2006 avevamo segnalato come il Giappone, estromesso dall'Iran, avesse messo di nuovo gli occhi sull'Iraq. Detto, fatto: e si prendono Nassirya. L'unica altra fonte in cui se ne parla, Osservatorio Iraq, dà l'accordo come già concluso.

Insieme alla notiziola tornano i ricordi. Ricordo gli italiani a Nassiriya, all'inizio di una guerra che non voleva nessuno ma che si "doveva fare" per incomprensibili motivi. Ricordo le inchieste di Sigfrido Ranucci, per RaiNews24, a destare scandalo e riprovazione: mostravano i nostri militari e i nostri carabinieri a guardia delle installazioni ENI in Iraq. Ricordo che non si poteva dire che l'Italia era in Iraq per il petrolio, per Nassiriya, per l'ENI. Ricordo 19 morti italiani, e chissà quanti altri, quanti altri iracheni, nell'operazione Antica Babilonia che si configurava invece come una nuova Babylon.

I nostri carabinieri hanno pertanto scortato barili di petrolio e sorvegliato oleodotti. E la strage di Nassiriya, come ha scritto il corrispondente del Sole24 Ore Claudio Gatti all'indomani dell'attentato, non era diretta contro il nostro contingente militare, ma contro l'Eni.

"Morti inutili" verrebbe spontaneo definirli. Cinico, però: se avessimo definitivamente messo le mani sul giacimento sarebbero stati allora "morti utili"

 

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