Brutti incontri al Polo Nord.
Al Polo Nord si fanno brutti incontri. Vale per i nativi, ovviamente, che si trovano sempre più in rotta di collisione con l'industria petrolifera che più passa il tempo e più sale di latitudine.
I nativi come la popolazione Nenets, che vive sulla penisola ghiacciata di Yamal in Russia e si ritrova sotto i piedi enormi giacimenti di gas. Sopravvissuti agli zar, alle rivoluzioni comuniste e a quelle liberiste grazie all'ambiente improponibile in cui vivono, ora rischiano l'estinzione a causa delle trivelle che non si fermano davanti a nulla. "Per loro è una fortuna, per noi il terrore" dichiara un portavoce, conoscendo già il destino della tundra che lo ospita: inquinamento, devastazione, sterminio di animali, deportazioni delle tribu.
Ma ci sono anche nativi con pelliccia propria, che viene messa ora a repentaglio. Sono gli orsi polari, che ormai vivono gomito a gomito con l'industria petrolifera nel nord dell'Alaska in USA. Gli avvistamenti si moltiplicano, anche se pare che nessuno di loro abbia ancora attaccato i lavoratori del petrolio (si stanno organizzando, probabilmente). A differenza dei Nenets, gli orsi finiranno prima o poi presi a fucilate, come raccomandava Sarah Palin anche lei nativa ma sicuramente meno minacciata. Oil first.