In Africa arrivano le cavallette.
Tra le varie news petrolifere appaiono sempre più spesso nomi africani. E saltano agli occhi, abituati come siamo a sentir parlare solo di Paesi arabi, o di Messico, Russia, Venezuela.
La ricerca di nuovi giacimenti è inesausta, specialmente da parte di giganti economici che non vogliono pestare i piedi ai clienti OPEC, e l'Africa sembra la candidata ideale a nuove devastazioni pur di spremere qualche goccia residua sul pianeta. La Cina è in serie contrattazioni col governo del Ghana per lo sfruttamento di giacimenti e con quello della Guinea per esplorazioni petrolifere. Le prospettive? Il giacimento ghanese (che la CNOOC si sta persino litigando con la Exxon, pensate la fame che c'è in giro) produrrà al massimo del suo output appena 120.000 barili al giorno. Una goccia nel mare del fabbisogno cinese. Mentre in Guinea... beh, si parla di esplorazioni: neppure si sa se ci sia qualcosa o meno, e dove sia, e quanto costi estrarre.
Ma se dovessero trovare anche solo una pozzanghera, state tranquilli che finirà in Cina. Hanno abbastanza dollari da andare a trivellare anche su Saturno, purché ci siano un paio di barili ad attenderli.