Rifiuti nucleari a cielo aperto.
Via vogliaditerra apprendo una notizia che apre prospettive inquietanti, conoscendo il disgraziato Paese in cui ci tocca di vivere.
Un'inchiesta giornalistica francese (lì possono farle, probabilmente hanno ancora copertura legale) ad opera della TV Arté e del quotidiano Liberation ha scoperto che il 13% delle scorie radioattive francesi è stato scaricato nel complesso russo di Tomsk-7 in Siberia anzichè stoccato nell'apposito sito di Le Hague. I rifiuti nucleari, in Russia, sono abbandonati a cielo aperto come se niente fosse, e lo scandalo sta travolgendo Electricité de France che sembra scaricare gli scomodi avanzi anche in Niger, sempre a cielo aperto.
Nel video qui sotto, potete vedere il trailer dell'inchiesta.
Il primo pensiero che sorge alla mente è davvero ovvio. Si sta spingendo per un ritorno del nucleare in Italia: riusciamo ad immaginare cosa non saranno capaci di inventarsi con le scorie radioattive? Un mese fa si parlava delle navi dei veleni (ormai scomparse dalle cronache), sbalordendo per l'ottusità che porta a scaricare rifiuti tossici nel mare sotto casa. I francesi, prudentemente, inquinano a migliaia di chilometri dal loro orticello... i nostri poco furbi camorristi, che saranno probabilmente addetti a gestire le italiche scorie, riusciranno a seppellirle sotto il Colosseo, il Duomo, la laguna di Venezia, o le ficcheranno in qualche capannone in valpadana così non dovranno scomodarsi troppo.
Il nucleare è poco economico, non conveniente, pericoloso. Ma più di tutto, in Italia non ce lo possiamo permettere: occorre un livello minimo di onestà e correttezza che qui da noi ha passato il picco da un pezzo.