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Ah, il bianchetto dello Yorkshire!

16 novembre 2009 0 commenti

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Se qualcuno ancora dubita del cambiamento climatico, non ha bisogno di scervellarsi su grafici e dati: gli basta comprare una bottiglia di buon vino. Un vino che non arriva dalla Toscana, dalla Sicilia o dal Sud della Francia, ma da un filino più a nord: più o meno la latitudine di Copenhagen.

Grappoli grossi, molto dolci e bassa acidità sono le caratteristiche dell'uva che viene coltivata nel nord dello Yorkshire, in Inghilterra. Da tre anni si produce un bianco asciutto, e per il 2009 si prevedono 2500 bottiglie. A sud di Londra ben 107 ettari hanno prodotto mezzo milione di bottiglie di rossi, bianchi e rosé, e persino un discreto spumante con metodo champagne.

Parlare di vino inglese suona assurdo come parlare di banane tedesche, commenta l'articolista dello Spiegel che racconta la storia, eppure oggi ci sono ben 416 viticoltori in tutto il Regno Unito, che salutano il global warming con entusiasmo e si augurano temperature sempre crescenti. Già guardano avidamente le highlands scozzesi (latitudine tra Oslo e Stoccolma!), e pensano che la zona intorno al Loch Ness potrebbe produrre dell'ottimo Riesling nei prossimi decenni. Un geniale modo per sostituire la calante produzione petrolifera del Mare del Nord.

Se tanto mi dà tanto, noi finiremo ad adattarci a produrre marsala nelle colline di Asti, e la Sicilia si limiterà a fornire datteri. Non rimane che sadicamente sperare, a nostra volta, in un disastroso blocco della Corrente del Golfo...

 

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