La fine dell’età dell’oro.
Beh che c'è di nuovo? Che stia finendo l'età dell'oro, il periodo più ricco e prospero nella storia dell'umanità lo sappiamo tutti; i posteri è così che ci ricorderanno.
Ma a forza di parlare di fine del petrolio, ci siamo dimenticati proprio dell'oro: e i posteri saranno un po' scontenti, nello scoprire che lo abbiamo estratto tutto noi. La notizia arriva naturalmente dal Sudafrica, storica patria dell'estrazione aurifera (nonché dei disastri umani che ne conseguono): le miniere sudafricane sono ad uno stadio terminale di depletion. Esaurite al 95%.
Un disastro, una bomba che è capitata tra capo e collo all'industria mineraria, che finora aveva (come altri di nostra conoscenza...) allegramente mentito sullo stato effettivo delle riserve. Chi l'ha scoperto? Degli scienziati, ovviamente.
Il punto sostanziale, in una ricerca pubblicata dal South African Journal of Science, è che l'industria aurifera africana si trova in agonia terminale, malgrado i proclami di grandi riserve sotterranee. (...) E' stato scoperto che le miniere d'oro sono esaurite al 95%, e che la produzione scenderà definitivamente sotto le 100 tonnellate l'anno entro il decennio.
Il picco di Witwatersrand, l'"elefante" della situazione, è avvenuto nel 1970 con 1000 tonnellate l'anno. Quindi era risaputo come le miniere fossero in esaurimento: la vera novità è che l'esaurimento è molto più veloce di quanto non ci abbiano fatto credere, sostengono gli scienziati.
La ricerca dimostra inoltre che, contrariamente ai numeri diffusi ufficialmente, il Sud Africa non è più da un pezzo al primo posto nel mondo per riserve aurifere, ma è scivolato al quarto posto dopo Australia, Peru e Russia. La conclusione è triste:
Considerati i problemi energetici e ambientali associati all'uso delle acque sotterranee, alla contaminazione delle stesse con gli acidi minerari, alla diffusione nell'ambiente di mercurio e altri inquinanti da parte dei minatori abusivi, i gloriosi giorni delle miniere sudafricane sembrano essere giunti ad una fine ignominiosa.
Quella che tocca in genere quando si raschia il fondo del barile.