Stufe, camini e bruciatutto.
Come forse qualcuno ricorda, una delle mie fisse (insieme alla battaglia contro le lampadine "a basso consumo", puah) è il riscaldamento a legna, che amo follemente. Probabilmente perché, sotto sotto, sono un'illusa che vive di sogni romantici. Qui, ad esempio, trovate il racconto del sogno infranto.
E' appena uscito sul blog Aspo un post che ho avidamente divorato, cercavo da tempo i dati che Frank Galvagno pubblica e commenta. In sintesi: cosa accadrebbe se tutti ci riscaldassimo a legna? "Tutti" è un parolone. Pare che i boschi del Piemonte sarebbero sufficienti appena al 3% della sua popolazione. Immaginiamo la sorte dei poveri molisani, che oltre ad andare sottozero spesso e volentieri hanno anche un territorio tutto pietre. Insomma, dimentichiamoci subito che in caso di catastrofe energetica si possa riscaldarsi coi ciocchi scoppiettanti nella stufa: in un battibaleno il territorio italiano si trasformerebbe in una crapa pelata stile Isola di Pasqua, per tacere del prezzo della legna ben presto venduta a peso d'oro. Altro che petrolio.
Però... c'è un però. Il blog Aspo, si sa, talvolta è carente di fantasia catastrofista, cosa che qui invece abbonda. Ho menzionato una volta il vicino toscano che, nel suo camino ad aria calda (e bocca sigillata, quindi) brucia cose misteriose producendo dal comignolo fumi puzzolenti e variamente colorati. Immaginando allora una situazione di emergenza, pensate davvero che ci si metterebbe in cerca di bei ciocchi di quercia? I residui di potature, di olivo e vite ad esempio, sono oggi schifati come materiale combustibile, eppure abbastanza efficienti; ma non si brucerebbero solo quelli. Quanto tempo ci metterebbero, i potenziali assiderati, a gettare in camini sigillati e stufe bruciatutto la vecchia mobilia? Quella di oggi è molto diversa da quella che bruciavano i nonni durante la guerra: è piena di ogni sorta di colle e derivati del legno trattati con i metodi più inquinanti. E alla fine, pensate che non alimenterebbero le stufe con la plastica, con i rifiuti, con qualsiasi cosa si trovassero sottomano pur di scaldarsi?
Naturalmente è uno scenario da fantascienza, ma non più di quello dipinto nel blog di Aspo. Con la differenza che, oltre a trovarci in un territorio devastato, finiremmo anche con l'avvelenare definitivamente l'aria. Ci sarà da rimpiangere il sano smog cittadino.
(Nella foto la meravigliosa stufa-cucina di Ste il contadino, che non mi stanco mai di rimirare.)