Copenhagen. Franco Prodi: neonegazionista o… visionario?
Facciamoci un po' di nemici, và. Alcuni cari amici climatologi hanno stigmatizzato la recente posizione del professor Franco Prodi (fratello del più celebre Romano), fisico dell'atmosfera e climatologo e da sempre impegnato sul fronte ecologista. Ecoblog riporta alcune sue affermazioni che hanno destato un mezzo scandalo: Prodi, da scienziato, afferma infatti che sul cambiamento del clima abbiamo ancora ben poche certezze. Ma fa altre affermazioni a mio avviso ben più importanti e forse sottovalutate, ad esempio queste:
Mediaticamente vien detto che c’è il riscaldamento globale e allora si deve fare questo mercato sulle emissioni di CO2.
Nel frattempo c’è un ambiente planetario – ambiente, non clima – che fa schifo e ne parla solo il Papa. Dobbiamo trovare l’unanimità internazionale sull’ambiente, che è già deteriorato.
Il deterioramento ha ormai colpito tutto il pianeta. Oceani compresi. I pesci sono imbottiti di metalli pesanti pure in Antartide. È necessario un approccio globale che affronti i tre poli del problema: energia, ambiente e clima.
Qualcuno sarà anche scandalizzato, ma per me sono parole sante. Forse tanta attenzione verso il clima, e tanta indifferenza verso ambiente ed energia, è perché hanno trovato il modo di cavarci quattrini grazie al mercato delle emissioni? Veniamo indirizzati a preoccuparci solo di ciò che economicamente può aprire un nuovo promettente mercato? Franco Prodi mette il dito nella piaga, a mio avviso. E' preoccupante che si possano coltivare pomodori in Siberia, molto più preoccupante però che non si possa farlo perché il terreno è radioattivo; se è preoccupante la desertificazione del Meridione, molto di più lo sono i morti di tumore per le discariche tossiche o le industrie inquinanti che nessuno si sogna di discutere; e se il riscaldamento climatico affama il Terzo Mondo, sarà interessante scoprire cosa combinerà la fine del petrolio e il conseguente drammatico calo nella produzione alimentare mondiale.
L'ambiente è combinato molto peggio del clima, e le risorse energetiche in esaurimento disegnano un quadro a fosche tinte. Non vedo 192 capi di Stato ad affannarsi per risolvere tali questioni; li vedo invece impegnati a distribuirsi colpe, e anche i futuri guadagni per il mercato delle emissioni.
Franco Prodi è forse un visionario, oppure la sa un pochino più lunga di noi. Mi fermerei comunque a dargli ascolto.