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Treno, addio.

14 dicembre 2009 0 commenti

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Forse qualcuno ricorderà il mio post dell'agosto scorso, in cui raccontavo disavventure e costi stellari della TAV.

E' appena uscito il nuovo orario ferroviario, con relativi prezzi. I biglietti sono aumentati in modo spaventoso, riferiscono alcuni, e molte tratte soppresse. Così, mi sono "divertita" a fare un preventivo per lo stesso viaggio che ho compiuto ad Agosto, ovvero andare in Trentino a trovare la mamma insieme a mio figlio. Appena 4 mesi fa, mi ero sentita letteralmente spennata per 500 km. in 2a classe a 180 euro: adesso, dovrei spenderne addirittura 203. E naturalmente, il Frecciarossa non ferma più nella cittadina dove sono diretta (fino all'anno scorso Eurocity e altri treni veloci facevano 4 fermate al giorno). Così, inclusi negli oltre 200 euro, ho anche una coincidenza da prendere e una bella tratta di Regionale ciuf ciuf. 

Alternative? Nessuna. Nessun treno più lento, o meno costoso. Nulla di nulla. Per andare nel Nord Italia, a meno di voler farla tutta coi Regionali cambiando convoglio in ogni provincia, e impiegandoci sedici ore, esiste solo l'Alta Velocità e a questi prezzi. Prendere o lasciare.

Dice Marco Cedolin: un aumento generalizzato del prezzo dei biglietti, unitamente ad un altrettanto generalizzato taglio di convogli, finalizzato a “costringere” i passeggeri ad usufruire obbligatoriamente dell’alta velocità che altrimenti, anche a causa dei costi, resterebbe cosa per pochi intimi.

Io ho il sospetto che resterà comunque cosa per pochi intimi. Parliamoci chiaro: l'automobile ce l'abbiamo tutti. E se saremmo disposti a scegliere un treno più lento pur di risparmiare, figuriamoci se non ci convertiamo all'istante all'auto. Via autostrada il medesimo tragitto mi costerebbe la metà, e se fossimo in tre o quattro persone non ci sarebbe neppure paragone. Anziché costringere l'intera popolazione ad accendere mutui per prendere il treno, insomma, questa strategia suicida semplicemente la porterà a rinunciarvi del tutto. 

Certo, dovremmo essere i primi, qui, a ricordare che il treno è la nostra migliore opzione per quando la benzina comincerà ad aumentare di prezzo e il petrolio a scarseggiare. Purtroppo la direzione presa non è certo quella di un trasporto collettivo su rotaia di massa, bensì il consueto festino sugli appalti e spennamento conseguente del cittadino. Quando la benzina costerà troppo, le Freccerosse resteranno comunque ad arrugginire e noi andremo a piedi.

Potrei a questo punto ricordarvi la tiritera, sempre sacrosanta, sui settori strategici e le assurde privatizzazioni che rendono di fatto impraticabili dei diritti fondamentali e dei servizi costruiti coi soldi di tutti. Ma lascio alla vostra fantasia.

 

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