Il cannibalismo aiuta le femmine dei serpenti a sonagli a riprendersi dopo il parto
Un recente studio condotto da ricercatori spagnoli, statunitensi e messicani ha descritto quantitativamente e spiegato in termini evolutivi il comportamento cannibalistico attuato dalle femmine di serpenti a sonagli che, dopo il parto, mangiano i resti delle uova e i piccoli nati morti.
Gli scienziati hanno misurato il comportamento cannibalistico in 190 femmine osservando 239 parti e determinando che in media l’11% della massa post-parto viene divorata dalla femmina. Questo comportamento si spiega con l’esigenza della femmina di rimettersi rapidamente in forze dopo il dispendio energetico attuato per la riproduzione.
In particolare, i ricercatori affermano che:
un serpente a sonagli cannibale può riacquistare le energie perse per la riproduzione senza dover cacciare per ottenere del cibo, attività che può essere pericolosa e che richiede tempo e un ulteriore dispendio energetico.
Il cannibalismo è il risultato evolutivo del normale comportamento predatorio dei serpenti a sonagli. Infatti, tutti i viperidi (la famiglia cui appartengono i serpenti a sonagli) ingeriscono le loro prede quando queste sono già morte a causa del morso velenoso del serpente. Questi rettili sono quindi preparati a riconoscere e a cibarsi di animali morti.
I serpenti a sonagli sono minacciati dall’espansione delle città e delle aree agricole e gli scienziati sperano che chiarire le loro strategie riproduttive possa consentire di pianificare dei più efficienti interventi per la tutela di questa specie che, peraltro, è protetta dalla legge messicana.
Naturalmente, mentre i serpenti a sonagli, come tutti gli altri animali selvatici, devono rispondere solo alla selezione naturale e l’unico giudizio che meritano è quello relativo al successo adattativo dei loro comportamenti, questo non è affatto vero nel caso degli esseri umani, che devono far fronte, molto prima che alla selezione naturale, a una moltitudine di fattori aggiuntivi di natura culturale, sociale, ambientale, politica, religiosa…
Via | sciencedaily.com
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