La leggenda degli alberi killer
Se fosse una favola di Gianni Rodari racconterebbe così: “L’efficientissimo sindaco del comune di Zirbonia decise finalmente di dichiarare illegali tutti gli alberi che crescevano lungo consiliari e superstrade, provinciali e sterrate, tratturi e sentieri mettendo a rischio la vita di ignari automobilisti o innocenti viandanti . Fu così che gli zelanti cittadini, armati di asce, seghe e accette annientarono filiere e filiere di alberi killer: robinie e platani, pioppi e sughere, farnie e roverelle…In un bel falò andarono in fumo tutti gli alberi.
Grazie, però, all’assessore al “ciclo e riciclo” furono salvati i tronchi dei dritti cipressi solertemente trasformati in magnificenti cartelloni pubblicitari.
Ebbene se l’Ansa dice il vero (e purtroppo non abbiamo motivo di dubitarne) qualcosa di molto simile si sta avverando. “Ma si sapeva!” Mi direte…ebbene no: si immaginava che il codice della strada in vigore dal 1993 si riferisse al divieto di piantare nuovi alberi ad una distanza inferiore ai 6 metri dalle carreggiate (ma chi mai oggi come oggi si preoccupa di piantare alberi lungo le strada? A che servono? Usurpano spazio e attenzione agli innocui cartelloni) . E invece dopo 17 anni di arrovellamento la Corte di Cassazione ha confutato l’equivoco: il divieto vale per tutti gli alberi anche per quelli che si illudevano essersela cavata con i diritti acquisiti per anzianità.
E poco importa se dossi e segnali potrebbero salvare capra e cavoli: i colpevoli devono essere neutralizzati, la lezione deve essere esemplare. Gli alberi devono essere messi in sicurezza (con non si sa quale tipo di strutture e con quale costi) ma se proprio, in una notte di tempesta, una folata di vento dovesse casualmente abbatterli… buona notte a santi e bevitori e tanto meglio per tutti.
Tremate quindi alberi killer: la vostra ora sta per arrivare. Ma non temete, presto vi raggiungeranno montagne terroriste (continuano a franare inopinatamente), fiumi assassini (è già lunga la lista dei prescritti), cervi fuorilegge (qualcuno sta tenendo il conto degli incidenti dovuti a cervi e daini che attraversano la strada?), e poi tanti e tanti altri ancora.