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La crisi delle carte di credito… e la prossima di cui ci occuperemo

9 aprile 2009 0 commenti

090316_r18301_p233Dopo esser partita - nella metà del 2007 - dall’area dei mutui subprime, la crisi si è poi progressivamente estesa a molti  altri settori del sistema finanziario ed ha toccato profondamente anche l’economia reale, che è presto risultato chiaro  essere  peraltro il vero punto di origine della stessa, come mostr - ad esempio l’articolo di Visconti recentemente pubblicato sul sito.

Già molti mesi fa (più precisamente in questo articolo del) avevamo individuato alcuni settori che erano in procinto di essere toccati dalle difficoltà del momento e tra di essi avevamo inserito anche quello delle carte di credito. Ora, come appare dalle cronache finanziarie internazionali, il comparto è effettivamente interessato in maniera forte dagli eventi ed in queste settimane sta soffrendo molto, mentre si preannunciano anche interventi pubblici a difesa dei consumatori che utilizzano gli strumenti propri del settore.
Le cronache riferiscono che in questo periodo si registra un’esposizione complessiva del sistema bancario per circa 800-900 miliardi nel comparto, a fronte di un totale di fidi verso la clientela delle carte che arrivava a circa 5 trilioni di dollari nel 2008.

Ora, la novità è quella che le perdite stanno aumentando velocemente. A confronto dei pochi punti percentuali del 2007, si era già, alla fine del 2008,  al 6-7% del totale dell’esposizione  in atto, mentre ci si trova ormai intorno al 9-10% nei primi mesi del 2009, mentre  la proporzione degli insoluti potrebbe ancora crescere nei prossimi mesi. La banche rischiano quindi di perdere, agli attuali ritmi, sino a 100 miliardi di dollari nell’anno.
Il paradosso di questo settore, come rileva di recente Surowiecki sul New Yorker, è che solitamente in tempi duri come questi le imprese cercano di fare di tutto per attrarre nuovi clienti e per mantenere i vecchi; invece, le società che operano nel campo delle carte di credito, vista la situazione, stanno tentando in vari modi di disfarsi dei loro clienti attuali e persino di quelli potenziali. Così si chiudono i conti di molti, si riducono i loro fidi, si arriva persino ad offrire dei soldi per spingerli a interrompere consensualmente  i rapporti; a molti clienti dell’American Express è stato proposto un regalo di  trecento dollari  se avessero accettato di chiudere i rapporti.

Quindi i 5 trilioni di dollari di fidi citati dovrebbero, secondo alcune proiezioni, praticamente dimezzarsi entro il prossimo anno. Bisogna ricordare che tra il 2000 e il 2006, mentre il reddito medio degli americani stagnava e il loro tasso di risparmio diventava trascurabile, il debito dei clienti delle  carte di credito  aumentava del 30%, mentre i profitti delle società che operano nel settore crescevano ancora più fortemente.
Quello delle carte di credito non è un settore qualsiasi, ma  un comparto tradizionalmente strategico per lo sviluppo economico degli Stati Uniti, con la possibilità che esso offriva, almeno sino a ieri,  di alimentare in maniera forsennata la domanda di beni di consumo anche durevole e permettere, più in generale, alle persone  di vivere al di sopra dei loro mezzi. La crisi è così ora anche aggravata dal venir meno delle elevate linee di credito precedenti per i consumatori.
Tradizionalmente e paradossalmente,  nel settore i clienti buoni non erano tanto quelli che pagavano regolarmente e interamente i loro debiti ogni mese, ma quelli che non pagavano o pagavano a piccole rate, perché gli si potevano caricare forti tassi di interesse  annui– sino al 20/30% ed anche più in certi casi-, nonché  laute commissioni. Il problema è, però,  che i clienti ritardatari rappresentavano  ovviamente  anche la categoria più rischiosa ed in tempi di crisi il business si è rivelato, alla fine, come una trappola infernale per tutti, sia per le banche che per i clienti in difficoltà.

La FED - consapevole della tragica situazione del settore -  ha da poco messo a punto delle nuove regole che entreranno in vigore il prossimo anno e che daranno respiro alle banche, ma anche ai possessori di carte di credito soggetti alle pratiche predatorie sopra indicate. Nel frattempo, comunque, un progetto di legge in discussione in questo momento al Senato potrebbe portare un soccorso più immediato agli stessi soggetti. Se il progetto  fosse  approvato presto, darebbe ai possessori di carte di credito che stanno pagando in questo momento alti tassi di interesse e che si trovano in uno stato di difficoltà finanziaria, la possibilità di rinegoziare i contratti con le banche e di farlo subito, senza aspettare ancora circa un anno e mezzo. Eppure qualcuno obietta  che la legge potrebbe anche spingere le banche a rendere ancora più difficoltoso  l’accesso alle carte.

A parte il settore di cui abbiamo parlato, nel frattempo la crisi minaccia di  mietere altre vittime importanti. Tra i comparti sotto stress in questo momento si va annunciando quello delle attività immobiliari di tipo commerciale - centri commerciali, uffici, immobili industriali, ecc.. La cosa è facilmente spiegabile con le difficoltà generali che  toccano tante attività economiche. In questo caso i danni si preannunciano come ancora più rilevanti che per quello   delle carte di credito e potrebbero arrivare, secondo alcuni,  sino a 1-2 trilioni di dollari in relativamente poco tempo. Magari ne riparleremo tra qualche mese, o  anche soltanto tra qualche settimana, quando la situazione si manifesterà in tutta la sua gravità.