Di elezione in elezione
Continua il dibattito sulla nuova figura guida per Banca popolare Etica scaturito dall’intervento di Giulio Tagliavini del 18 Maggio. Lo riportiamo in home perchè non si esaurisca in un dialogo a due. Tutti gli altri contributi sono qui
Giulio Tagliavini il 5 Giugno ha scritto: «Preferisco un nuovo presidente “trasformativo” piuttosto che un nuovo presidente che si metta a lisciarmi dalla testa alla coda come che fossi un gatto. Ma “trasformativo” verso che?
Forse verso queste due direzioni, che descrivo confusamente.
1) La crisi macrofinanziaria ha ridefinito gli spazi di esistenza della finanza socialmente orientata, amplificandoli n volte. Quindi la nuova leadership deve essere, a mio parere, posizionata su un piano industriale che aggredisca una quota importante del lavoro bancario che si svolge in Italia. L’esperienza attuale veicola messaggi di nicchia e non ha una concreta possibilità di tracimare al di là di questa nicchia. Gradisco anche le nicchie, per carità, ma non quelle così defilate. Mi piace un candidato presidente “trasformativo” in questa direzione.
2) La crisi macrofinanziaria ha ridefinito non solo gli spazi quantitivi di esistenza della finanza socialmente orientata, ma ne ha anche ridefinito i contenuti. La finanza etica è quella di prima ? Può essere quella di prima ? I motivi di opposizione ai canoni della finanza tradizionale sono ancora validi o devono essere in qualche modo ripensati ? La finanza etica aveva già individuato correttamente e validamente una migliore forma di lavoro finanziario ? O la finanza etica aveva più che altro espresso una sensibilità e deve progredire per fornire schemi di lavoro convincenti sulla base di quello che è accaduto ? Un candidato presidente che lavora in questa direzione mi piace.»