Servizi finanziari di base open source, in Africa
Già il 26 maggio dello scorso anno raccontavamo i primi successi in Sudafrica della società Wizzit, che aveva l’obiettivo di portare dei servizi finanziari di base ai poveri del mondo; lo faceva attraverso l’utilizzo dei telefoni cellulari, strumenti con i quali ci si può vedere accreditati i propri salari, pagare l’affitto, mandare del denaro alle famiglie, comprare dei generi alimentari. Nel 2007 - in Sudafrica - esistevano soltanto 13 milioni di conti bancari a fronte di 30 milioni di telefonini. Tra l’altro, la banca sul cellulare, non possedendo filiali né altre strutture costose, ha dei costi molto contenuti. La Wizzit, al momento della stesura dell’articolo citato, aveva già diverse centinaia di migliaia di clienti.
Il 20 febbraio del 2009 Dario Carrera ricordava invece il caso - sostanzialmente analogo - della società M-PESA, che opera questa volta in Kenia. Una differenza di qualche rilievo riguarda il fatto che mentre nel caso del Sudafrica l’iniziativa era stata presa almeno all’inizio da una singola persona, con motivazioni almeno in parte filantropiche, nel caso della M-PESA va registrato l’intervento nell’iniziativa di alcune multinazionali (Vodafone e Western Union), segno questo peraltro della possibile redditività di tale servizio. Peraltro, la Vodafone era poi in qualche modo stata associata anche all’iniziativa sudafricana.
Ora un articolo di Robert Gray, apparso sul Guardian del 13 agosto 2009, ci informa che si va avviando una nuova iniziativa cui sono interessati, tra l’altro, gli stessi gruppi citati per l’iniziativa keniota e che porta avanti lo stesso discorso, estendondolo comunque ad altre aree e arricchendolo di possibilità. Mentre la precedente iniziativa era collegata ad uno specifico network telefonico e ad una qualche banca specifica, la nuova iniziativa, varata sotto la sigla Monitise, è aperta a tutte le istituzioni finanziarie e a qualsiasi network che vogliano partecipare.