L’interesse della macrofinanza per la sorella micro
Abbiamo sempre mostrato una rilevante curiosità verso le notizie e le valutazioni relative al settore della micro finanza e del microcredito e ai suoi importanti successi. Tale area di attività, ha avuto tra l’altro un forte sviluppo nei suoi livelli produttivi e una ricca articolazione di iniziative negli ultimi anni, mostrando una crescente visibilità praticamente in tutto il mondo. Tra l’altro, secondo alcune stime, il livello totale dei prestiti in essere nel settore si aggira oggi, a livello globale, intorno ai 25 miliardi di dollari, cifra sicuramente non trascurabile e comunque molto superiore a quella di qualche anno fa. Inoltre, già nel 2006, circa 90 milioni di persone nel mondo avevano ottenuto prestiti da istituzioni finanziarie del settore.
Continuando in quest’opera di informazione su di un comparto che contiene al suo interno, insieme a aspetti molto positivi, anche qualche area di attività meno limpida e qualche dubbio sulla sua reale efficacia complessiva, rivolgiamo ora la nostra attenzione ad alcuni sviluppi strettamente finanziari e recenti del fenomeno, prendendo come spunto di base due note informative apparse sul quotidiano Financial Times dell’ottobres corso.
La prima notizia riguarda lo sviluppo rilevante della quotazione in borsa di diverse società operanti nel settore. Quello della micro finanza appare un business che viene ormai valutato dal mercato come a basso rischio e contemporaneamente, peraltro, dalle interessanti prospettive e così esso sembra attrarre un rilevante interesse da parte del mondo finanziario.
Sappiamo che la prima struttura ad aprire la strada in questo senso è stata, nel 2007, la ben nota Comportamentamos, impresa messicana sulle cui attività è peraltro lecito manifestare qualche dubbio, nel senso almeno che negli ultimi anni sembra prevalere in tale società l’aspetto di mero business centrato sul profitto, piuttosto che la preoccupazione per i bisogni ed i destini delle classi povere. Con la quotazione in borsa comunque tale impresa ha a suo tempo raccolto 400 milioni di dollari. Ha poi seguito lo stesso percorso della quotazione, nel 2008, la National Microfinance Bank della Tanzania, un altro importante, anche se meno noto, operatore del settore. Ora il quotidiano britannico ci informa che è la volta della SKS Microfinance, la struttura più importante in India per quanto riguarda il comparto, guidata da Vikram Akula, un personaggio quasi altrettanto popolare nel business rispetto a Yunus.
Il mercato del grande paese asiatico è uno dei più importanti per quanto riguarda tale tipo di attività ed esso sta crescendo a ritmi molto sostenuti negli ultimi anni. Sulla società abbiamo dato delle informazioni in una nota di parecchio tempo fa. Comunque - oltre ad Akula, che è l’azionista di controllo - partecipano al capitale della SKF anche dei gruppi statunitensi –in particolare un hedge fund e una società di private equity di quel paese. La finanziaria, che è molto redditiva ed anch’essa in forte sviluppo, si propone di raccogliere nei prossimi mesi 200-250 milioni di dollari sul mercato nazionale ed ha dato in tal senso mandato a tre grandi banche di mettere a punto ed avviare l’operazione.
Sembra anche che, nel frattempo, diverse altre strutture operanti nel comparto, nel Bangladesh come in altri paesi, stiano cercando di far decollare delle operazioni di quotazione a relativamente breve termine. Questo fenomeno appare un ulteriore sintomo della crescita del settore, anche se esso può anche portare a interrogarsi sugli obiettivi futuri di almeno una parte di tali strutture.
La seconda notizia - che rafforza, tra l’altro, la convinzione di una crescita rilevante di peso delle attività di cui stiamo parlando - riguarda l’interesse crescente che stanno manifestando per il settore i fondi pensione di alcuni paesi.
Veniamo così informati che alcune delle principali strutture di questo tipo operanti nel mondo hanno aumentato in quest’ultimo anno i loro investimenti nel comparto e che pensano inoltre di accrescerli ulteriormente nei prossimi.
Attualmente, comunque, la percentuale di risorse impiegate dai fondi pensione in tale business è ancora trascurabile, se si considera che il loro investimento totale in esso ammonta a circa 3 miliardi di dollari, ma l’impegno relativo dovrebbe diventare molto più significativo con il tempo. Alcuni operatori del settore valutano, in particolare, che quella della micro finanza diventerà l’attività finanziaria prevalente in molti dei paesi emergenti, superando come importanza quella delle banche tradizionali vere e proprie.