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Il branco di Napoli

10 settembre 2009 0 commenti

Un branco violento che per rubare un mp3 manda all’ospedale una coppia di giovani fidanzatini nella centrale villa comunale. Otto ragazzi che violentano una sedicenne nella periferia di Scampia. Nella centrale via Caracciolo, rapinatori con pistole puntate entrano in uno storico ristornate e tengono sotto ostaggio i clienti. Un mattinale da brividi quello dell’ultima settimana nel capoluogo partenopeo. Cosa sta succedendo a Napoli?. Niente di diverso da quello che ormai è ordinaria quotidianità. Una citta’ che spruzza rabbia da tutte le parti. Violenta e anarchica. Rassegnata e abbandonata. E diciamola tutta oggi piu’ che mai invivibile. Ambientalmente e socialmente. Anche se nessuno lo dice. Meglio guardare ai grandi eventi. Come promuovere la Piedigrotta con il concerto finale di Elton John che si vocifera costato circa 750mila euro. E ripetere la solita litania dei progetti in corso, del grande lavoro svolto, degli investimenti per i lavori pubblici e le grande opere. Solo che in questa città tutto diventa straordinario. Arrivi alla stazione centrale e osservi che solo a Napoli i lavori diventano eterni. Esci dalla stazione e ti accoglie Piazza Garibaldi metafora perfetta di benvenuto della città. Una casbah a cielo aperto, degrado totale, sporcizia e smog. E dove trovi ancora sui marciapiedi turisti che si fanno incantare e fregare dal gioco delle tre carte. In questi decenni si è costruito il Centro direzionale. Avrebbe dovuto cambiare l’assetto urbanistico e sociale di una zona periferica di Napoli. Ma è meglio che ad una certa ora si evita di attraversarlo. Si è realizzata la Villa Comunale, sullo sfondo il lungomare da cartolina. Un luogo di aggregazione nelle intenzioni di chi l’aveva progettato e realizzato. E proprio li’ nei giorni scorsi alle cinque del pomeriggio si è scatenata la violenza innaturale del branco contro i due fidanzatini. La loro colpo di avere un mp3 e ascoltare la musica seduta mano nella mano su una panchina con davanti il Vesuvio. Le isole pedonali sono diventate parcheggi per auto o nel migliore dei casi campi di calcetto per i futuri Lavezzi in erba. E che dire della metropolitana. Ha forse agevolato in alcune zone di Napoli il traffico cittadino, ma ha reso infrequentabile la zona alta del Vomero. E’ forse vero che la città respinge al mittente ogni idea di novità. E la cosa che preoccupa che sembra che tutto questo non interessi a nessuno. Non interessa alla politica nazionale, ne a quello locale. Gli amministratori già pensano alle prossime scadenze elettorali. Giochi di tessere, di equilibri e di potere. Nessun progetto, nessun programma. Tutto reso piu’ facile da un’ opposizione inesistente. E in questo contesto i ragazzi perduti dei quartieri popolari, del centro come della periferia, tengono in ostaggio una città. Ti schiaffeggiano quando cammini, ti scippano, ti picchiano solo per sfogare la loro rabbia. Espressione di miseria e povertà. E come compagnia hanno la droga. Oggi il branco fa piu’ paura della camorra. La loro presenza è visibile, la loro violenza la senti sulla pelle. E ci saranno le solite analisi sul degrado giovanile, sulla carenza di lavoro, sulla necessità di maggiori politiche sociali. Sulla carenza di risorse per le forze di polizia. Gli amministratori saranno pronti a snocciolare la lista degli interventi realizzati e programmati. Gia’ visto. Ieri come oggi. Serve qualcosa di piu’. Napoli è una emergenza nazionale. Non e’ solo rifiuti. Non è solo traffico. Oggi è una citta’ che non riesce ad essere metropoli. Dove la gente se puo’ preferisce andar via. Napoli ha perso la sua anima. E nessuno se ne accorge. E soprattutto nessuno se ne frega.