Gomorra, tra cemento e ruspe
Una piccola città abusiva, all’interno di quella segnata sulle carte geografiche. Siamo in Campania. Terra di camorra. Orta di Atella in provincia di Caserta, dove negli ultimi due anni sono stati sequestrati migliaia di appartamenti, molti dei quali regolarmente abitati ma completamente abusivi. Una vera e propria città satellite realizzata senza che nessuno si sia mai accorto di quel che avveniva: una maxi lottizzazione abusi- va sconosciuta ai media. Si respira aria di omertà. L’area interessata alla maxi costruzione è ufficialmente destinata a insediamenti produttivi. In gergo urbanistico si chiama zona Pip. Ma più che attività commerciali, si costruiscono appartamenti residenziali. Solo pochi giorni fa l’ultimo sequestro. Cento appartamenti. Uno, dieci, cento blocchi di cemento illegale. Tutti realizzati in una zona denominata “Parco dei laghetti”.
Un giro d’affari che supera i 12 milioni di euro. Soldi provenienti da un vorticoso intreccio di appalti e subappalti. Molti appartamenti erano già stati venduti. Acquirenti ignari della truffa che ricadeva sulle loro spalle e che, ironia della sorte, avevano anche già chiesto e ottenuto il mutuo dalle banche. Già nel passato la procedura era stata messa in atto in un’altra area del comune di Orta di Atella, via Astragata, in località Casapozzano. Nel piano regolatore la zona D3, che include via Astragata, figura come zona commerciale, ma al posto dei negozi sono spuntati, in pochi mesi, 51 alloggi per uso abitativo, distribuiti in tre palazzi di otto piani, con altrettanti garage e box auto tutti abusivi. Il valore economico degli immobili sequestrati è stato valutato intorno ai 7 milioni di euro. Gli spazi verdi previsti nel piano iniziale erano stati sostituti da cemento, dando un aspetto di quartiere dormitorio a una zona destinata a uffici e negozi.E tutto ciò non fa notizia, nonostante il Comune di Orta di Atella sia stato sciolto per infiltrazioni camorristiche nel giugno del 2008 anche a seguito di indagini collegate all’omicidio eccellente di Michele Orsi da parte del gruppo di fuoco dei Casalesi. Orsi era amministratore di una società dedita alla gestione dei rifiuti di cui il Comune stesso era azionista. La valanga silenziosa e invisibile di cemento che ha invaso negli ultimi anni Orta di Atella e l’intera provincia di Caserta ha determinato un vero e proprio raddoppio del patrimonio edilizio esistente che ha portato in provincia un fiume di denaro che ha sollecitato gli interessi dei clan camorristici che operano nella zona a cavallo delle province di Napoli e Caserta. Sull’affare edilizio le mani egemoni dei Casalesi. Secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere, sono 5 mila i manufatti abusivi da abbattere tra Casal di Principe, San Cipriano e Villa Literno. Solo a San Cipriano ci sono 1.380 ordinanze di demolizione. In Campania, escluso il distretto di Salerno, sono almeno 30 mila le ordinanze di demolizione, frutto di sentenze passate in giudicato. Altrettante le sentenze prescritte, per le quali sarà revocato l’ordine di demolizione e l’iniziativa tornerà ai Comuni. Ma in terra di Gomorra, qualcosa si muove. E fa ben sperare. Un piano di demolizione predisposto dalla Procura generale della Repubblica, che è ha già previsto per le prossime settimane un centinaio di abbattimenti.