Home » Peppe Ruggiero » Agricoltura, editoriale, Politiche, Senza categoria »

Niente regali alle mafie

18 novembre 2009 0 commenti

Diciamolo subito. Nella lotta alla criminalità organizzata il Governo predica bene e razzola male. Da un lato non manca occasione che il Ministro Maroni  enunci con numeri, tabelle, percentuali,  i successi conseguiti sul fronte repressivo nelle lotta alle mafie con gli arresti dei latitanti ed   i continui  sequestri patrimonali. Successi che nessuno mette discussione ma che si scontrano con con gli atti governativi. E’ di venerdi’ scorso l’approvazione al Senato di un emendamento alla finanziaria che mette in vendita i beni confiscati alle mafie. Un provvedimento di una gravità inaudita, che riporta la lotta alle mafie indietro di vent’anni. In campo è scesa subito Libera, l’associazione di Luigi Ciotti che senza  mezzi termini ha detto “ con l’emendamento votato o al Senato che consente la vendita dei beni immobili confiscati alle mafie, viene di fatto tradito l’impegno assunto con il milione di cittadini che nel 1996 firmarono la proposta per la legge sull’uso sociale dei beni confiscati alla mafia e la loro restituzione alla collettività.Il divieto di vendere questi beni è un principio che non può e non deve, salvo eccezioni, essere messo in discussione. .” Insomma un vero e proprio regalo alle mafie. Vendere i beni significa di fatto  restituirli alle organizzazioni criminali, le uniche capaci di mettere in campo ingegnosi sistemi di intermediari e prestanome e già pronte per riacquistarli, come  risulta già in tante realtà come a Crotone in Calabria, o in Sicilia in provincia di Palermo, o in Campania dove in provincia di Caserta, nel corso di quest’anno, sono state scoperte due realtà che gestivano i beni per conto dei vecchi proprietari. Del resto chi se non le organizzazioni criminali, hanno la disponibilità immediata di liquidità attraverso società di prestanomi e fare bingo riacquistando quei beni ed al tempo stesso   avere la possibilità di riciclare con mezzi leciti le ricchezze accumulate con violenza, arroganza e spargimento di sangue. In Campania dalle prime stime sarebbero oltre 300 gli immobili pronti ad essere venduti. I professionisti “puliti” legati alla economia criminale sono pronti ad offrire le loro prestazioni per far riacquistare il maltolto. Immaginiamo le difficoltà e lo sconforto di  tutte quelle Cooperative sociali,associazioni che hanno potuto grazie alla legge 109 del 1996 coltivare terreni, utilizzare immobili per svolgere le loro attività, usufruire di sedi in quei beni che rappresentavano , anche fisicamente,il potere dei clan sul territorio. Esperienze positive che anno dopo anno hanno messo radici e si sono moltiplicati.   Se la Camera confermasse la decisione di vendere all’asta gli immobili confiscati, passati 90 giorni dalla confisca senza assegnazione tutto diventerebbe piu’ difficile, tutto meno credibile. E  sarebbero traditi  i tanti  giovani volontari che sotto le bandiere di Libera con le loro cooperative strappano frutti alle aspre terre confiscate, da Corleone e S.Giovanni Jato alla valle del Marro, dall’altopiano pugliese a Casal di Principe e Castelvolturno, dal basso Lazio alla periferia di Catania, trasformando in beni sociali per tutti,  il frutto di un crimine di pochi. E questo sarebbe davvero il tradimento più  imperdonabile. Allora un appello ai deputati  di destra e di sinistra, passando per il centro. Dimostrino con i fatti il loro impegno nella lotta alle mafie. Blocchino l’emendamento nel suo passaggio alla Camera. La lotta alle mafie non ha colore politico. Un segnale forte di impegno civile. Irrevocabile. Di fiducia  e di responsabilità. E se non ora…quando?

FIRMA L’APPELLO SU WWW.LIBERA.IT