L’Energy Manager in Italia
Su Ecoblog abbiamo parlato spesso di nuove idee per il risparmio e l’efficienza dell’energia. A tal proposito vorrei segnalare come in Italia sia contemplata dalle nostre leggi l’esistenza di una figura professionale capace di ottimizzare questo aspetto sia per quel che riguarda gli enti pubblici che i privati di una certa dimensione.
Parliamo dell’Energy Manager, di cui molti di voi hanno sicuramente sentito parlare, ovvero il responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia. Si tratta di una figura introdotta in Italia gia dal 1991 e rivolta a soggetti (enti pubblici e privati) caratterizzati da consumi importanti espressi in tonnellate equivalenti di petrolio (tep). Il limite minimo è 10.000 tep per le imprese del settore industriale, mentre è di 1.000 tep per i soggetti del terziario e della Pubblica Amministrazione.
Il ruolo di un Energy Manager è quello di ottimizzare i consumi dei soggetti obbligati alla sua contrattazione, in modo da rendere efficiente il processo di produzione o di servizio. Tutto bene? Purtroppo bisogna sottolineare come anche in questo caso si ripeta la solita storia all’italiana, infatti, nonostante siano ormai già 18 anni che il nostro Stato prevede l’esistenza di questa figura, sono davvero pochissimi quelli che vengono impiegati dalle imprese pubbliche e private in tutto il territorio nazionale.
E’ un po’ strano credere che un professionista del genere in Italia fatichi a ritagliarsi uno spazio, soprattutto per il fatto che una figura del genere sarebbe capace, attraverso attuazioni intelligenti, di permettere un ritorno economico all’azienda che ne giustificherebbe ampiamente i costi necessari alla sua contrattazione. Inoltre, scorgendo il sito dell’ENEA, emerge che la figura professionale non dispone ancora, nonostante i suoi 18 anni di esistenza, di una sua natura giuridica, nel senso che non esiste un corso universitario o comunque un iter specifico che permetta l’abilitazione e la conseguente iscrizione ad un albo.
Resta un mistero come in quest’epoca di crisi economica mondiale le aziende nostrane non ritengano prioritario investire sulla riduzione dei consumi permettendo quindi l’attuazione di un programma più a lungo termine, che fra le altre cose creerebbe non solo un sistema economico aziendale più forte, ma genererebbe delle importanti ripercussioni sociali ed ambientali.
A tal proposito sarebbe interessante sapere se qualcuno di voi può raccontare di qualche ente pubblico o impresa privata che ha deciso di dotarsi di un Energy Manager all’interno del proprio organico in modo tale da farci conoscere gli aspetti più importanti che in qualche modo ne limitano la diffusione.Rimane un mistero su come altri Stati siano decisamente più avanti di noi. Forse per prepararci a questo tipo di discorsi si dovrà attendere le nuove impennate dei prezzi del petrolio come quest’ultima estate?
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