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Cattura e sequestro di CO2: ma è davvero fattibile?

7 aprile 2009 0 commenti

Emissioni CO2Fra le soluzioni per la riduzione delle emissioni dei gas serra sta prendendo sempre più corpo la possibilità della cattura e stoccaggio della CO2. A proporla sono soprattutto il settore industriale e quello di generazione elettrica, i quali individuano in questa soluzione una buona alternativa per riuscire a rispettare le direttive imposte dal Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni.

Ma è davvero possibile intraprendere questa strada? Ancora grossi interrogativi permangono sulla questione. Da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature, sembrerebbe che la CO2 immagazzinata nei depositi geologici si discioglierebbe per la sua maggior parte nelle acque sotterrane. Questo potrebbe essere un problema in quanto la fuoriuscita di queste acque alla superficie restituirebbe all’atmosfera la CO2 sequestrata.

A questa conclusione è arrivato un team multidisciplinare di scienziati che ha studiato nove depositi naturali di CO2 in tre diversi continenti. La ricerca, guidata da Stuart Gilfillan dell’Università di Edimburgo, ha concluso che le emissioni di CO2 si sciolgono nelle acque sotterranee in una percentuale dell’82%, mentre il resto, in combinazione con calcio o magnesio, da luogo a formazioni rocciose carbonate di calcite, dolomite e talvolta di aragonite.

Giffland spiega che per rendere fattibile e di conseguenza duratura la cattura e il sequestro della CO2 è fondamentale studiare il percorso delle acque sotterranee, in quanto la fuoriuscita in superficie di queste, renderebbe praticamente inutile l’immagazzinamento. Un motivo in più per rendere impraticabile questa strada? Domanda di difficile risposta, anche se sicuramente lo studio da una certezza in meno sull’efficacia della cattura e sequestro di CO2, la cui tecnica sembrerebbe fra l’altro essere anche particolarmente poco conveniente da un punto di vista economico.

Via | Indipendent.ie
Foto | Flickr