L’aria di montagna è sporca quanto quella di città
Andare in montagna per respirare a pieni polmoni aria salubre è un luogo comune che faremo bene a dimenticare, almeno stando a quanto riferisce uno studio di recente pubblicazione raccolto dal progetto di monitoraggio climatico ambientale Share (Stations at High Altitude for Research on the Environment) promosso dal Comitato EvK2Cnr.
Le stazioni di rilevamento del progetto, ovvero quelle del Monte Cimone e dell’osservatorio del Nepal che sorvegliano dall’alto la pianura padana e il versante meridionale della catena himalayana in prossimità dell’Everest, hanno infatti messo in evidenza quanto l’aria di montagna risenta del trasporto di inquinanti da aree anche lontane. Le stazioni hanno registrato che in particolari condizioni meteorologiche, soprattutto nei periodi estivi in Italia e nella stagione premonsonica nell’Asia meridionale, l’inquinamento che si forma può arrivare fino alle alte vette.
Sono state infatti ritrovate elevate concentrazioni di inquinanti che potrebbero favorire un riscaldamento dell’atmosfera giocando, tra l’altro, un ruolo importante anche nello scioglimento dei ghiacciai. Un motivo in più per agire quanto prima? Sicuramente si, anche se l’argomento per certi versi non è sicuramente una novità assoluta, infatti, a proposito di ciò, qualche tempo fa su Ecoblog trattammo di uno studio che dimostrava in maniera inequivocabile come l’inquinamento prodotto in una parte del pianeta aveva degli effetti globali.
Tuttavia sembrerebbe che non solo l’uomo sia responsabile di questo tipo di inquinamento, infatti, come si è potuto osservare in Himalaya sono state registrate elevatissime concentrazioni di aerosol carbonioso, ozono e altri inquinanti, che con tutta probabilità sono la conseguenza dei numerosi incendi che hanno interessato il Nepal quest’anno.
Via | Evk2cnr.org
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