Francia: arriva la tassa sulla CO2
La Francia vuol far sul serio per quel che riguarda le limitazioni alle emissioni di CO2. Sembrerebbe infatti che l’ex primo ministro socialista francese Michel Rocard, a capo di una commissione di esperti sul clima e di energia, presenterà entro questa settimana al governo la proposta per introdurre una tassa sull’anidride carbonica.
Non è ancora ben chiaro il meccanismo, anche se sembrerebbe che l’importo da pagare per ogni tonnellata di CO2 emessa dal 2010 in poi da fonti fossili dovrebbe essere compresa dai 15 ai 32 euro. L’imposta, che il governo deciderà se inserire o meno nella legge finanziaria del 2010, verrà presa in esame nei prossimi giorni.
In sostanza sarà un sistema abbastanza particolare e soprattutto completamente diverso rispetto a quello che attualmente viene utilizzato nel mercato europeo delle emissioni.
Mentre infatti nel mercato di scambio di emissioni a dover rispettare gli obblighi (comprare quote di CO2 o rendere più efficienti i loro sistemi) sono tutti quei settori industriali e di produzione di energia elettrica, in questo caso invece la tassa “colpirebbe” anche altri settori quali quello residenziale, dei trasporti, il terziario e la pubblica amministrazione.
Secondo prime stime, qualora la proposta dovesse passare, le famiglie francesi si ritroverebbero a dover sborsare circa 300 euro in più all’anno. Le associazioni dei consumatori hanno già lanciato il grido di protesta sottolineando come si tratti di una vera e propria rapina fiscale e facendo notare come non si possa tollerare un così grande esborso di denari per le famiglie in questo periodo di crisi economica.
Intanto Rocard, difendendo a spada tratta la sua proposta, suggerisce alcuni piccoli accorgimenti per pagare meno: usare meno l’automobile e acquistarne una elettrica; mettere i doppi vetri alle finestre per risparmiare sul riscaldamento, non superare la temperatura di 19° all’interno delle abitazioni.
Noi intanto seguiamo la questione e vediamo se davvero tale sistema, se prenderà piede, potrà essere un banco di prova importante per l’attuazione di un altro progetto dalle stesse caratteristiche che sembra debba essere avviato fra qualche anno in tutta la UE.
Via| Euractiv.com
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